24/04/2012
In Italia, il 25 aprile, il giorno della Liberazione, è una delle giornate di festa per eccellenza. Molti non sanno che questa data coincide anche con la Giornata mondiale contro la malaria, una malattia che in Occidente avvertiamo come un pericolo remoto nonostante mieta ogni anno, ancora oggi, almeno due milioni di vittime, sprattutto bambini al di sotto dei cinque anni e donne incinte. Sono tante le organizzazioni di volontariato che si impegnano in questa campagna di sensibilizzazione con la consapevolezza che basta veramente poco per risparmiare la vita a molte persone. È il caso, tra le altre, del Cesvi, che da 10 anni opera in Myanmar, in particolare nelle zone rurali della regione dello Shan, con un progetto che intende portare cure in villaggi dove la malaria è ancora la principale causa di morte e investire sulla prevenzione. Proprio la scarsa conoscenza dei rischi che si corrono contraendo tale infezione, unita a condizioni igienico-sanitarie disastrose, fanno registrare nei villaggi "dimenticati" un tasso di mortalità vicino al 70% dei casi. La malaria, spesso, è una complicazione ulteriore che aggrava quadri clinici già preoccupanti: è il caso, per esempio, delle donne in gravidanza colpite da anemie che vengono punte da zanzare infette.
Il programma portato avanti dal Cesvi ha raggiunto finora 1.054 villaggi e più di 220 mila persone che hanno potuto sottoporsi alla diagnosi e al trattamento farmacologico oltre ad aver ricevuto suggerimenti e informazioni sulle precauzioni che si devono prendere per scongiurare al meglio i rischi connnessi al contagio. Le sette équipe del Cesvi, ciascuna delle quali composta da un medico, un infermiere, un microscopista e un assistente sanitario, girano senza sosta cercando di addentrarsi anche nei luoghi più remoti e inaccessibili perché, come ricorda Daniele Panzeri, responsabile del Cesvi in Myanmar, «In un Paese caratterizzato da servizi di salute pubblica inadeguati e insufficienti, da tensioni etniche, da difficili condizioni di vita e da difficoltà negli spostamenti, la popolazione locale ha un accesso molto limitato a servizi sanitari di qualità. In questo contesto, il ruolo delle nostre cliniche è cruciale e ben supportato dalle comunità locali».
Per quanto scontato possa sembrare, uno dei rimedi più efficaci sono le classiche vecchie zanzariere, meglio se cosparse di insetticidi specifici: ed è per questo che il Cesvi, oltre a spingere perché gli abitanti del posto le facciano entrare nelle proprie abitudini quotidiane, ne ha distribuite finora 150 mila e l'arrivo di altre 70 mila (con una copertura di insetticida valida dai 3 ai 5 anni) è previsto per il 2012. Invitiamo chi volesse dare il proprio contributo a consultare il sito Internet www.cesvi.org
Alberto Picci