25/05/2012
Dopo il boom dei motori di ricerca del lavoro, ora tocca al
volontariato. Forse è un segnale dei tempi che stanno cambiando, senza facili ironie sulle
difficoltà di impiego degli ultimi mesi, proprio quando gli
effetti della crisi si fanno più pesanti. Il meccanismo è tanto semplice quanto
efficace: il sito www.trovavolontariato.it si pone come punto di incontro tra
domanda e offerta a disposizione di volontari e associazioni che, ciascuna
assecondando il proprio punto di vista, da un lato possono trovare l'attività
che meglio si adatta alle proprie esigenze e alle proprie inclinazioni,
dall'altra possono attirare persone fortemente motivate e facilmente radicate
con il territorio. Chi decide di iscriversi deve compilare un semplice form
indicando i propri dati personali, gli interessi, le competenze che si ritiene
di avere o che si intende approfondire e, infine, la zona della Capitale in cui
si vive o che risulta più comoda da raggiungere. A questo punto, gli operatori
del servizio si attivano per scovare e consigliare la e le soluzioni ritenute
più idonee al singolo caso potendo contare su un data base di informazioni
costantemente aggiornato sulle necessità più o meno stringenti delle
associazioni romane. Proprio questo aspetto è, per certi versi, rivoluzionario
rappresentando uno stimolo anche verso chi opera nel campo del volontariato ad
"aprirsi" veramente al mondo dei volontari: solo le organizzazioni
più motivate riusciranno infatti ad avvicinare nuove e preziose forze.
Una
volta trovata l'affinità giusta tra aspirazioni del volontario ed esigenze dell'ente,
i Centri convocano i candidati in sede per un colloquio puramente conoscitivo:
è questa l'occasione per questi ultimi di sapere tutto quello che riguarda
l'associazione che viene loro proposta, avanzare eventuali perplessità e
approfondire l'attività a cui sarebbero inizialmente destinati. E poi? Dato che
il principio che ispira questo servizio è proprio non lasciare mai soli i
volontari nel delicato percorso di avvicinamento all'attività di volontariato,
un membro del Centro si premura in prima persona di fare da accompagnatore
nella sede dell'associazione prescelta, assicurandosi così che l'impatto,
fondamentale per la buona riuscita di una "sinergia" di questo
genere, sia dei migliori, senza quegli intoppi che a volte, per motivi futili,
fanno partire con il piede sbagliato rapporti inevitabilmente destinati a
fermarsi di fronte alle prime difficoltà in un interminabile rimbalzo di
responsabilità. A questo punto, il volontario avrà modo di cominciare un
percorso introduttivo "dal di dentro" per ricavare tutti gli elementi
che gli possono servire a ponderare bene la propria decisione: se il colpo di
fulmine non scatta, niente paura, verranno immediatamente vagliate altre
possibilità che incontrano maggiormente i bisogni dei volontari. Ma anche quando
si instaura un buon rapporto fin da subito che sfocia in una successiva
attività di volontariato, i Centri continuano a monitorare anche la buona
riuscita del percorso "formativo", assicurandosi periodicamente sul
buon esito dell'abbinamento.
A poche settimane dall'inaugurazione, i Centri non hanno
avuto alcuna remora, in un'ottica di totale trasparenza, a fornirci già i primi
dati del trovavolontariato che parlano di 195 iscritti, 150 dei quali sono
donne e appena 45 uomini. Riguardo al titolo di studio conseguito, il 30,77%
dichiara un diploma di scuola media superiore e il 19,49% una laurea triennale.
Nel complesso gli studenti sono il 23,08% del totale, seguiti a ruota dai
lavoratori dipendenti (18,46%) e dai lavoratori a contratto (11,28%). In coda, le
casalinghe (2,05%) e i dipendenti pubblici (2,56%). Oltre il 55% degli
intervistati ha un'età compresa tra i 18 e i 39 anni e gli interessi maggiori,
relativamente ai destinatari, ricadono nelle sfere dell'infanzia e dei bambini (25,13%), degli
immigrati (17,44%), delle persone in generico stato di bisogno (14,87%) e degli
anziani (11,28%). Le criticità maggiori, forse per una ancora insufficienza
consapevolezza e informazione, si registrano invece nelle attività che
interessano i malati di Aids (1,03% delle richieste), dei malati con patologie
specifiche (1,03%), dei malati mentali (1,54%), dei malati terminali (1,03%),
delle prostitute (1,54%) e delle vittime di infortuni (1,54%). Ma se per la
maggior parte di queste sofferenze, anche in relazione all'età dei volontari,
sono facilmente immaginabili i timori e in parte anche la convinzione di non
avere gli strumenti per essere davvero utili alla causa, non si capisce come
mai i disoccupati siano soltanto il 2,56% tra i destinatari. Riguardo invece al
genere di compiti che i volontari dichiarano di sentirsi pronti a svolgere, le
percentuali più alte riguardano le attività di sostegno, relazionali e di
animazione in strutture (22,05%), l'animazione socio-culturale (16,92%), il
sostegno scolastico (16,41%), l'attività di formazione (13,33%) e la tutela e
promozione dei diritti civili (11,79%).
Alberto Picci