16/01/2013
La Grecia ha superato la crisi? Evidentemente no: è solo che
in Italia non se ne parla più. Eppure gli effetti prolungati sono devastanti
soprattutto per le famiglie e, in generale, per le fasce vulnerabili della
società. Il rigore chiesto dall'Europa al Paese ha prodotto quella
"macelleria sociale" che le organizzazioni di volontariato temevano e
i "servizi" sono stati i primi a pagarne le conseguenze, vittime di
tagli indiscriminati. E al danno si è aggiunta la beffa rappresentata dalla
tassa sulle donazioni, contributo determinante per lo sviluppo e la creazione
di programmi di accoglienza e rafforzamento familiare. La denuncia arriva da SOS Villaggidei Bambini in Grecia che oggi è impegnata in progetti attraverso i quali offre
aiuto, cibo e vestiario a circa 650 famiglie e che già nel 2011 si era trovata
a versare 160mila euro allo Stato, corrispondenti al 6% dei fondi ricevuti da
sponsor, partner e sostenitori. George Protopapas, direttore nazionale
di SOS Villaggi dei Bambini in Grecia
spiega il suo punto di vista, senza allarmismi ma con preoccupazione verso il
futuro prossimo. «Come è possibile che la beneficenza venga tassata?» si chiede
senza riuscire a trovare una risposta. «Recentemente abbiamo avviato un
progetto molto importante ad Atene che si chiama Casa di Elisa. È un luogo
molto speciale che accoglie bambini dai 2 ai 5 anni allontanati dai loro
genitori a causa di maltrattamenti e abusi molto gravi. Ebbene, anche in questo
caso siamo obbligati a versare annualmente l'1% del valore immobiliare della
struttura. Soldi che invece potrebbero essere riutilizzati per aiutare altri
bambini vittime di maltrattamenti».
Che aria si respira oggi in
Grecia?
«Naturalmente è molto meglio di sei mesi fa, quando tutti
erano in preda al panico. Siamo più tranquilli, ma ancora molto delusi perché è
difficile avere speranza nel futuro prossimo».
In cosa si concretizza l'impegno
di SOS Villaggi dei Bambini in Grecia?
«Nonostante le difficoltà e la mancanza di speranza,
crediamo ancora nei Villaggi SOS e lottiamo ogni
giorno per un futuro migliore e più sicuro, non solo per i bambini abbandonati,
ma anche per tenere unite molte famiglie di fronte alla crisi».
Qual è il vostro approccio?
«SOS Villaggi dei
Bambini sta costruendo una nuova casa per accogliere bambini, anche molto
piccoli, e stiamo preparando strutture di emergenza per offrire aiuto e
accoglienza immediati all’interno delle nostre strutture».
Lei si è fatto portavoce di una denuncia senza mezzi termini
ai tagli e alle tassazioni al sociale. Quanto hanno inciso concretamente su
bilanci e servizi?
«Le riduzioni e i tagli ai servizi pubblici e sociali sono
più del 50%. La tassazione sulle donazioni ed eredità è dell’1%, la tassazione
sul reddito da altre attività delle associazioni è del 25%. La tassazione sul
valore delle attività delle associazioni è del 3% e la donazione non è più
deducibile dalle tasse».
Come si arriva al punto che gli
orfani debbano pagare le tasse?
«Questa è una domanda che pongo al Ministro greco delle
Finanze, ed è quello che farò nelle lettere destinate ai rappresentanti del FMI
e dell'UE chiedendo loro come hanno potuto permettere e accettare che il
governo greco prendesse questo tipo di decisioni. Se credono che tassando gli
orfani e i bambini in difficoltà riavranno indietro i loro soldi, le cose sono
messe peggio di quanto credessi».
Quali sono le emergenze principali a
cui dovete rispondere?
«Sostenere le famiglie in crisi, che stanno aumentando
vertiginosamente a causa di
disoccupazione e povertà, ed estendere
l’accoglienza a più bambini possibile».
C'è stato un aumento delle richieste e di casi trattati
dalla vostra organizzazione?
«Sì, c’è stato. Dal 2010 al 2011 del 150% e dal 2011 al 2012
del 50%».
Che consapevolezza hanno i bambini
di quello che sta accadendo loro intorno?
«I bambini che vivono all’interno dei Villaggi SOS avvertono
che la situazione non è positiva, ma non vivono sulla loro pelle le conseguenze
della crisi. I bambini che vivono nelle famiglie che seguiamo nei programmi di
rafforzamento familiare e in cui i genitori hanno perso il lavoro, hanno,
invece, una percezione immediata di ciò che significano la povertà e
l'insicurezza».
È già possibile parlare di un trend in crescita degli
abbandoni di neonati e minori?
«C’è stato un forte aumento degli abbandoni nel secondo
semestre del 2011 e nei primi mesi del 2012, ma temiamo che il secondo semestre
del 2012 sarà ancora più difficile a causa dell’aumento della disoccupazione,
della tassazione e della mancanza di nuovo lavoro. Tanto difficile da causare
ancora un forte aumento del tasso di abbandono».
Al di là del governo greco, cosa può fare la comunità
internazionale? E i cittadini?
«Se per comunità internazionale si intende il FMI e l'Unione
Europea, non credo più che possano fare qualcosa per la ripresa dell'economia
greca. Per il popolo greco è una fortuna ricevere il sostegno morale e
finanziario da parte dei cittadini di altri paesi, non solo dall'Europa, ma
anche da altri continenti. E, di sicuro, SOS Villaggi dei Bambini Grecia è
sopravvissuta solo grazie a questo tipo di aiuto».
Per quanto potete andare avanti
così?
Alberto Picci