Cous cous Fest, prove d'integrazione

Sino al 30 settembre a San Vito Lo Capo, vicino Trapani, si svolge il “Cous cous Fest”: non solo una gara gastronomica, ma anche un confronto tra culture dell'area mediterranea.

26/09/2012

Sono tre anni che l'Italia non vince, superata da Francia e Tunisia, ma questa potrebbe essere la volta buona. A San Vito Lo Capo, vicino Trapani, per il “Cous cous Fest” (www.couscousfest.it) si sfidano Costa d'Avorio, Egitto, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia. Sino al 30 settembre nella cittadina siciliana non va in scena però solo una competizione gastronomica, ma qualcosa di più, una vera e propria festa popolare con musica, percussioni, spettacoli di danza del ventre e grandi concerti all'insegna dell’integrazione culturale.

Anche un piatto di cous cous può unire i popoli, come dimostra quest’evento che promuove un confronto tra paesi dell’area euro-mediterranea e non solo, prendendo spunto dal cous cous, piatto della pace comune a moltissime culture. La festa compie 15 anni e ci si aspetta di replicare il successo della scorsa edizione, che ha visto la presenza di oltre 250 mila visitatori, grazie a grandi ospiti come Edoardo Bennato, Fiorella Mannoia, Goran Bregovic, Mario Venuti, Vladimir Luxuria e Andy Luotto.

Oltre a essere votati da una giuria tecnica, guidata da Paolo Marchi, i piatti saranno valutati anche da una giuria popolare composta da 80 persone e, novità 2012, verrà premiata anche la ricetta “cheap and tasty”, ovvero la più saporita ma anche la più economica da preparare. Per gli appassionati di questo piatto che non potessero partecipare al festival nessuna paura. San Vito Lo Capo offre tutto l'anno uno stupendo cous cous alla trapanese, cioè con il pesce, ai suoi visitatori.


Primi al centro del mondo

E se il cous cous è considerato un tipico primo piatto estivo, a Foligno va in scena questo fine settimana il festival dei primi patti, “I Primi d'Italia” (www.iprimiditalia.it). Senza distinzioni, paste, risi e zuppe, da nord a sud, ma rigorosamente made in Italy. Nei suoi quattordici anni di vita, il festival si è mosso inizialmente sul filo del recupero della tradizione e la valorizzazione delle produzioni alimentari umbre per poi aprirsi a nuove ricette e diversi influssi. Foligno è d'altronde situata nel cuore di una regione la cui tradizione nella produzione della pasta risale al 1822.

Nel tempo la rassegna si è evoluta accogliendo anche “I Primi d’Italia Junior”, un vero e proprio mini festival a misura di bambino, in cui l’educazione alimentare si fa divertendosi. Tutti devono trovare soddisfazione nei primi piatti ed ecco così che le proposte della rassegna guardano alla cucina specializzata: quella vegetariana, biologica o per i celiaci. Il festival è andato anche a scovare i pastifici che si rivolgono a consumatori con patologie come intolleranze alimentari, diabete, obesità, colesterolo e problemi circolatori. Dal 27 al 30 settembre sarà un piacere camminare nella città umbra e, tra una visita al Palazzo Trinci con splendidi affreschi del Quattrocento e una al Museo di arte contemporanea o al Duomo, poter degustare tanti primi piatti nei “villaggi del gusto” allestiti in strade, vicoli e corti.

Il Festival riscuote da tempo attenzione all'estero, come dimostrano gli articoli del Financial Times e i numeri parlano chiaro: in quattro giorni, le cucine lavorano a pieno ritmo per cuocere in media 13 mila chili di pasta, 2 mila e 500 chili di riso e altrettanti di polenta, 3 mila e 500 chili di zuppe, 4 mila chili di gnocchi. Oltre 600 le nuove ricette proposte dal Festival, 300 delle quali in degustazione nelle 25 location dislocate in tutto il centro storico di Foligno, 50 in media i pastifici della migliore tradizione artigiana, infine oltre 180 le aziende che a vario titolo collaborano alla sua riuscita.

Uno chef del calibro di Beppe Sardi si è messo quest'anno a disposizione degli assistiti della Caritas. Giovedì 27 presso la sede della Caritas (Chiostro San Giacomo) l’appuntamento più “buono” della rassegna, che apre le porte con il “Risotto ai formaggi piemontesi e lenticchie di Castelluccio”, dove i sapori decisi dei formaggi e del riso piemontese incontrano la delicatezza delle lenticchie e dell’olio umbro.

Gabriele Salari
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