15/10/2012
Al centro: Misaki Ishiguro e Yurina Sato, le due studentesse di Fukushima sbarcate a Civitavecchia con la nave Peaceboat.
Sono sbarcate a Civitavecchia con la Peaceboat, una nave da crociera che consente agli studenti universitari giapponesi di trascorrere due mesi in giro per il mondo approfondendo le tematiche della pace e dello sviluppo sostenibile. Misaki Ishiguro e Yurina Sato sono due studentesse di Fukushima, curiose di sapere come è stato vissuto nel nostro paese il disastro nucleare della loro città. L’avventura di Peaceboat (www.peaceboat.org),
associazione non governativa giapponese che lavora per promuovere la
pace, i diritti umani e la salvaguardia dell'ambiente, è iniziata nel
1983 con una nave da crociera affittata a prezzo stracciato per una
prenotazione disdetta. “Gli studenti volevano scoprire la verità sulla
storia contemporanea, diffidando dei testi scolastici che spacciavano
l'invasione nipponica nell'Asia nella prima metà del '900 per una
semplice “espansione della nazione”, negando gli atti criminali commessi
dall' esercito imperiale contro le popolazioni locali” racconta Yukari
Saito del Centro di documentazione “Semi sotto la neve”, di Pisa.
“Neanche sapevo dell'esistenza di una centrale nucleare nella mia città, ora so cosa è in grado di provocare” dice Yurina Sato, vent’anni, studentessa di Scienze Sociali all’Università di Fukushima. Fa fatica a raccontare come è cambiata la sua vita dopo l’incidente alla centrale nucleare:
“Ho dovuto familiarizzare con i contatori geiger in mezzo alla città e con lo sgretolamento della comunità. Per mesi abbiamo indossato le mascherine e ancora oggi i prodotti provenienti dalla Prefettura di Fukushima vengono sottoposti a controlli prima di essere messi sul mercato”.
Misaki Ishiguro, compagna di corso di Yurina, ha deciso di approfondire le sue conoscenze sul tema perché è spaventata: “Non so a quante radiazioni sono stata esposta e che effetto potranno avere in futuro su di me e su eventuali figli”.
Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda (secondo da destra) in visita al reattore No. 4 della centrale nucleare di Fukushima (Reuters).
In Giappone l’informazione contraddittoria fornita dal governo durante l’emergenza è ora semplicemente carente e dell’addio al nucleare di Germania e Svizzera e del referendum italiano sembra non si sia parlato sui mass media.
“Per anni ci hanno illuso che l'eventualità di un incidente nucleare fosse semplicemente impossibile” dice Nobuhiro Takeda, che è membro dell’Ong Peaceboat. “Ora ci troviamo in una situazione pazzesca in cui un terzo degli abitanti di Fukushima vorrebbe andarsene ma non ha le risorse per farlo, e poi non saprebbe neanche dove andare. Il governo ha fornito alloggi alle persone evacuate d'ufficio, ma i più si sono dispersi nel paese, e le comunità sono così molto disgregate”.
Il governo giapponese ha annunciato il mese scorso di voler eliminare l'energia nucleare dal Paese entro gli anni ’30. Il Primo Ministro Yoshihiko Noda domenica scorsa ha portato il suo sostegno a quanti soffrono ancora per la tragedia di Fukushima, e ha incoraggiato coloro che hanno dato contribuito a risollevare la zona. Ecco un video di National Geographic che ripercorre quanto accaduto alla centrale atomica giapponese di Fukushima:
Dopo aver indossato i vestiti bianchi per proteggersi dalle radiazioni, Noda ha visitato la centrale e ispezionato un reattore in cui i lavoratori stavano rimuovendo il combustibile nucleare esaurito.
“Senza la rinascita di Fukushima, la rinascita del Giappone non avverrà mai. Voglio che voi compiate ulteriori sforzi verso lo smantellamento dei reattori” ha detto ai lavoratori.
Lasciata la centrale nucleare, il Primo Ministro ha assistito alla decontaminazione di una scuola, sottolineando la necessità di accelerare la velocità della bonifica.
A un anno e mezzo dal disastro la situazione di Fukushima è ancora per molti versi drammaticamente emergenziale.
Felice D’Agostini