Genitori migranti e orfani bianchi

Un’associazione si batte per aiutare i figli rimasti in patria soprattutto delle mamme venute in Italia per fare le badanti. Solo in Romania sono 350 mila

04/06/2012

Affrontano sacrifici, viaggi drammatici, a volte anche umiliazioni, truffe e discriminazioni: sono il popolo di uomini e donne che ogni giorno lasciano i Paesi d'origine in cerca di lavoro per garantire un futuro ai loro figli. Eppure, per un crudele scherzo del destino che assume i tratti del paradosso, proprio i figli sono i primi a fare le spese di scelte coraggiose e indubbiamente sofferte. L'associazione Salvabebè Salvamamme, nata nel 2009 per promuovere e realizzare azioni di contrasto alla povertà e sostegno alle mamme in situazioni di disagio sociale, ha voluto porre l'attenzione sul caso degli "orfani bianchi", per rispondere a un interrogativo semplice eppure angosciante: chi si occupa e preoccupa dei figli di quelle mamme straniere, romene in particolare, che oggi lavorano per esempio come badanti nelle case degli italiani mentre si trovano a centinaia di chilometri di distanza alla loro famiglia? Alcune stime dicono che, oggi, in Romania sono soli 350 mila bambini costretti a veder partire verso l'estero i genitori: di questi, 40 mila sarebbero figli di lavoratori rumeni a Roma. Nel corso dell'incontro promosso dalla Onlus, si sono alternati gli interventi di responsabili delle istituzioni, volontari e specialisti dell'infanzia: obiettivo condiviso, dare seguito alle idee emerse, dalla promozione di forme di sostegno all'ambientazione nel nuovo Paese per i bambini che ottengono il ricongiungimento familiare alla realizzazione di reti con i comuni di origine per dare vita a forme di collaborazione a favore dei minori rimasti in patria. Tra i racconti drammatici riportati a titolo di esempio nel corso del convegno, quello di Maria, emigrata con il marito, che ha affidato le proprie figlie alla suocera, rivelatasi con il tempo avida di denaro e violenta: grazie all'intervento di Salvamamme la situazione ha trovato una soluzione.


L'onorevole Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento europeo, ha dichiarato: «Il tema degli orfani bianchi va affrontato a livello europeo, è un fenomeno che per le sue proporzioni deve essere studiato ed analizzato profondamente. Di recente ho proposto in Europa un progetto pilota per raccogliere più dati possibili, per capire come si sviluppa il fenomeno e quali sono le conseguenze economiche e sociali. Al momento solo le associazioni si sono occupate di questo tema, manca l’intervento delle Istituzioni che intendiamo colmare con questo progetto che avrà l’obiettivo di conoscere per mettere in atto strategie adeguate». E ancora, Grazia Passeri, presidente dell'associazione, ha aggiunto: «Durante il tavolo di lavoro di oggi è stato possibile formarsi soltanto un’idea parziale di una realtà estremamente variegata e complessa e delle conseguenze che possono emergere. Una strada da percorrere potrebbe essere proprio quella della formazione dei genitori che si sentono a rischio, fornendo solo la capacità di leggere gli avvenimenti in modo corretto e di saper rispondere alle insidie del rapporto a distanza».

Alberto Picci
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