Volontario? Vali 3-4 volte tanto

Uno studio dell'Osservatorio dell'economia civile della Camera di commercio di Torino sul rendimento dei progetti assegnati alle cooperative sociali.

17/07/2012

Investi un euro nel variegato mondo del volontariato, del terzo settore e  del non profit e ottieni progetti sociali dal valore economico moltiplicato. Anche fino a tre/quattro volte tanto. E' il dato principale che emerge da un ricerca condotta a Torino.  

L’Ilo, Organizzazione internazionale del lavoro, è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. I suoi principali obiettivi sono: promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro. In altre parole, intende rendere più "democratico" anche il mondo del lavoro e per questo, piccola ma significativa curiosità, è l'unica agenzia delle Nazioni Unite fondata su una struttura tripartita: da un lato i rappresentanti dei 184 Governi che vi aderiscono, dall'altro gli imprenditori e, infine, ovviamente, a chiudere il cerchio, i lavoratori. Tutti insieme, allo stesso tavolo, per determinare congiuntamente le politiche e i programmi dell'Ilo. Per la prima volta in Italia, l'Osservatorio dell'economia civile della Camera di commercio di Torino ha realizzato una ricerca applicando la metodologia proposta dall'Organizzazione internazionale del lavoro e contenuta in un apposito manuale che ha l'ambizione di raccogliere, riunire e sistematizzare il mare magnum di informazioni relative al mondo del volontariato su scala europea. Obiettivo dello studio, valutare la monetizzazione del lavoro volontario, sotto diversi profili. L'analisi ha interessato un campione di 38 progetti portati a termine nell'ambito socio assistenziale cofinanziati nel 2009 dal Centro di servizio per il volontariato Idea solidale o dall'Uffiio terzo settore del Servizio solidarietà sociale della Provincia di Torino. Il risultato mostra margini di crescita e miglioramento incredibili.

La metodologia. Gli inglesi la chiamano "full replacement cost approach", per noi italiani corrisponde al "costo di sostituzione completo": in pratica si tratta di associare ad ogni ora di lavoro volontario, il tipo di attività, la professionalità impiegata nello svolgimento della prestazione (il riferimento è la classificazione delle professioni Istat) e il settore economico di appartenenza (il riferimento scelto è stato il Ccnl delle cooperative sociali). Tornando ai numeri, nei 38 progetti analizzati, 43 professionalità diverse coinvolte per coprire 86.709 ore di lavoro valgono, in termini monetari, più di 1 milione e 300 mila euro.  In pratica, le organizzazioni di volontariato che nel 2009 sono state finanziate con una cifra complessiva di 394 mila euro (a cui vanno aggiunti i 93 mila euro di risorse proprie) , hanno "trascinato" i volontari in un circuito che ha comportato una valorizzazione economica del tempo e della professionalità spesi per la realizzazione dei progetti vicina al triplo/quadruplo del valore iniziale.


Secondo Aldo Romagnolli, presidente dell'Osservatorio sull'economia civile della Camera di commercio di Torino: «La ricerca evidenzia quanto sia positivo investire nel settore del volontariato. Oltre agli aspetti etici e relazionali, infatti, esiste un vero e proprio effetto moltiplicatore, anche economico, che restituisce alla comunità molto di più di quanto finanziato in origine. Per questo motivo come Osservatorio, con un'ottica privilegiata e attenta al settore non profit, riteniamo fondamentale che i volontari e le loro associazioni collaborino con altre espressioni organizzate di cittadini. Penso in particolare al mondo della cooperazione sociale che opera, con le sue imprese, per offrire lavoro vero e stabile a persone svantaggiate e per gestire servizi senza finalità di lucro con obiettivi di qualità, efficienza e giusta remunerazione del lavoro». 

E ancora, Mariagiuseppina Puglisi, assessore alle politiche sociali della Provincia di Torino: «In un periodo di tagli finanziari drastici che colpiscono in modo particolare i settori sociali più deboli e addirittura spingono nuove fasce di cittadini verso la marginalità, il volontariato non è solo una risorsa preziosa, è purtroppo quasi una necessità. E i numeri di questa ricerca ci dicono che il loro lavoro va ben oltre le aspettative. Quello che i numeri non dicono, ma che certo non è meno importante, è il valore non puramente finanziario, ma umano, mirato anche a rinsaldare il senso di comunità e di identità sociale, che contraddistingue il lavoro del volontario: anche questo aspetto ha una sua ricaduta economica positiva, anche se meno facilmente calcolabile». 

Per Luciano De Matteis, presidente del Centro servizi per il volontariato Idea solidale: «Nel portare avanti la ricerca, la nostra scelta è stata orientata nella direzione di offrire un contributo di misurazione reale, attraverso l’esame di svariati progetti di intervento, applicando un metodo per una valorizzazione del lavoro volontario svolto e determinandone entità e incidenza. Senza pretese di rappresentatività statistica, ma consapevoli che i dati si commentino da soli anche dall’esame di un campione relativamente limitato, emerge con forza l’entità dell’”investimento” che le organizzazioni di volontariato mettono in campo, attraverso il lavoro dei proprio volontari, per la propria comunità e quindi, per estensione, per la comunità nazionale. Un investimento che i tradizionali indicatori economici, PIL in primis, non misurano».


Per chiudere, Barbara Basacco, coordinatrice della ricerca, sottolinea un aspetto non secondario nell’interpretazione dei dati: «La ricerca, anche se riferita a pochi progetti e pur basandosi su valutazioni prudenziali, dimostra senza ombra di dubbio che con il loro lavoro i volontari mettono a disposizione del bene comune un ”co-finanziamento” molto elevato. Attenzione, però, a non stravolgere il senso dei risultati. Sarebbe fuorviante, infatti, considerare il lavoro dei volontari un investimento utilizzabile per colmare lacune dei bilanci pubblici nella gestione di servizi socio-assistenziali o per sostituire personale regolarmente retribuito. La tentazione può essere elevata, in particolare in un momento di crisi come quello attuale, ma si tratterebbe di una operazione assai miope e controproducente perché la riduzione del costo dei servizi, ottenibile nel breve periodo stravolgendo le finalità e la ragion d’esser del lavoro volontario, distruggerebbe il vero volontariato e la sua capacità di generare valore per la collettività».

Alberto Picci
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