18/05/2012
Un villaggio che beneficia di un progetto di cooperazione e di sviluppo. La foto di copertina è dell'agenzia Reuters.
Centoundicimila chili di riso, 550 mila euro, 24 progetti
sostenuti: sono i dati 2011 della campagna della Focsiv per il diritto al cibo. Per l'edizione
di quest'anno, la decima, bisogna riuscire a fare ancora meglio perché la fame
nel mondo rimane una dramma ancora difficile da risolvere. Lo slogan
"Abbiamo riso per una cosa seria" torna dunque a riecheggiare in
oltre 800 piazze di tutta Italia sabato 19 e domenica 20 maggio dove saranno
allestiti spazi dedicati in cui sarà possibile, grazie agli oltre tremila
volontari che scenderanno in campo per l'occasione, recuperare materiale
informativo sugli interventi di cooperazione internazionale messi in atto da
Focsiv e, soprattutto, contribuire alla causa acquistando il riso biologico
equosolidale della cooperativa Sarapi-Chok Chai.
Una donna davanti a una bottega di alimentari piena di sacchi di riso in una strada di Hanoi, la capitale del Vietnam. Foto di Luong Thai Linh/Epa/Ansa
Dall'acqua potabile delle comunità boliviane di S. Isidro
alla tutela dell'ambiente urbano in Mozambico, dall'aiuto alimentare agli
orfani in Tanzania alla sicurezza alimentare dei sobborghi di Lima in Perù,
dagli orti familiari in El Salvador al centro di accoglienza di Makak in
Camerun. E ancora, i progetti di irrigazione nel villaggio di Ainata in Libano,
gli orti didattici in Kenya, il centro nutrizionale di Bigene in Guinea Bissau.
L'elenco di ciò che si è fatto e si deve ancora fare è lungo ma una certezza
c'è: senza uno sforzo da parte di tutti, anche piccolo e apparentemente
insignificante, non ce la si può fare.
Foto di Heng Sinith/Ap.
Qualche parola in più deve essere necessariamente spesa per
raccontare la storia del luogo di provenienza del riso distribuito il prossimo
fine settimana: la cooperativa thailandese Sarapi-Chok Chai incarna infatti
alla perfezione il senso dell'intera campagna e, di più, dello spirito stesso
di Focsiv. Nei 34 anni che hanno finora contraddistinto la sua
"parabola", sono cambiate tante cose, ma mai lo spirito: uno spirito
che oggi è condiviso da qualcosa come 3.400 agricoltori locali suddivisi in 103
villaggi. Un meccanismo che si è affinato nel tempo e oggi è la garanzia numero
del fatto che i fondi destinati al progetto arrivino realmente nelle mani
giuste. Una gestione plurale che è senz'altro più economica di una individuale.
Un deposito di riso nell'area amazzonica della Bolivia. Foto di David Mercado/Reuters
È bene ricordare anche la lettera che don Gianni Cesena,
direttore dell'Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese,
ha diretto personalmente ai direttori degli Uffici/centri diocesani missionari
sottolineando l'impegno straordinario di Focsiv, la più grande federazione di
organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana prese in
Italia dal 40 anni, nel sostegno di progetti per l'affermazione del principio
della sovranità alimentare nei Paesi del Sud del Mondo. Un invito a partecipare
accorato con cui don Gianni Cesena ha suggerito di richiedere degli ordinativi
propri di riso attivando postazioni autonome di banchetti di solidarietà,
favorendo la partecipazione all'iniziativa con il coinvolgimento dei gruppi già
attivi nella parrocchia. E ancora, proprio in considerazione del fatto che la
campagna cade in giornate solitamente dedicate alla Prima Comunione, "La
presente iniziativa vi aggiunge un ulteriore e prezioso significato. Infatto il
riso rappresenta il cibo di sussistenza per centinaia di milioni di persone
senza il quale vivere non è possibile. Così, nella vita di ogni cristiano,
l'Eucarestia rappresenta quel pane che dà la vita".
Alberto Picci