15/04/2013
Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno in Costa d'Avorio si ammalano di tumore circa mille bambini: di questi, 800 muoiono senza aver avuto accesso alle cure. Su oltre 22 milioni di abitanti, infatti, il Paese africano conta appena 7 oncologi operativi (di cui due pediatrici) ed un'unica unità oncologica pediatrica ad Abidjan.
Qui, presso il centro ospedaliero universitario di Treicheville, 20 letti in tutto, manca tutto: medicinali, laboratori, e, soprattutto, dottori e personale specializzato anche nell'utilizzo di chemioterapici e coadiuvanti della cura.
Questa scarsa consapevolezza, soprattutto nelle zone rurali, è fonte di diagnosi tardive: ogni giorno perso, in casi del genere, significa un aumento consistente delle probabilità di morte. E pensare che dei 200 malati di cancro che hanno accesso alle cure, meno di 50 guariscono. Cifre pazzesche, soprattutto in considerazione del fatto che il cancro più diffuso in età pediatrica (70% dei casi) è il linfoma di Burkitt, un tumore guaribile nell'80% dei casi.
Una situazione così drammatica, com'è ovvio, ha ragioni profonde: su tutte, lo smantellamento del sistema sanitario coinciso con la fine della guerra civile del 2002. Da quel momento in poi, i costi per le cure sono diventati proibitivi per la maggior parte della popolazione locale.
Il costo di un ciclo di chemioterapia per il Burkitt è relativamente basso, dai 600 ai 1.000 euro: troppi, in ogni caso, per le classi povere che rappresentano il 96% dei casi. Come possono i genitori di bambini malati che guadagnano, nella migliore delle ipotesi, 90 euro al mese permettersi il lusso di provare a salvare la vita dei propri figli?
Ogni anno si ammalano 175mila bambini, l'85% de quali si trova nei Paesi in via di sviluppo: nei più poveri di questi, i tassi di sopravvivenza (calcolati solo su chi accede alle cure) variano dal 10% al 30%. In Italia guariscono tra il 75% e l'85%.
Nel 2010 Soleterre ha attivato il Programma internazionale per l'oncologia pediatrica per intervenire in quei contesti dove la sola diagnosi della malattia è come una condanna a morte. Da qui nasce l'idea della campagna "Grande contro il cancro" per sostenere le cure di circa 8mila bambini: dal 15 aprile al 5 maggio è possibile fare una donazione del valore di due euro con sms solidale al 45502 o da rete fissa di cinque euro.
«Il cancro, in particolare quello infantile, è il “grande assente” nei programmi internazionali di sviluppo della salute pubblica – dichiara Damiano Rizzi, presidente di Soleterre – dimenticato anche negli UN Millennium Development Goals. Eppure crescono le persone malate di tumore nel mondo con previsioni di un aumento dei nuovi casi da 12,7 milioni (2008) a 22,3 milioni (2030) e punte di crescita del 93% nei Paesi in via di sviluppo come l’Africa sub sahariana. È necessario inserire il tema oncologico tra le priorità delle politiche sulla salute globale».
Alberto Picci