21/12/2011
Il logo dell'Associazione "Ludovica Robotti-San Torpete" di Genova.
Nel centro storico di Genova, la Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Torpete, una delle più antiche parrocchie della città, dopo dieci anni di restauro dal 2005 è diventata un centro biblico-culturale, una parrocchia senza territorio e senza parrocchiani, che opera nel tessuto cittadino del centro storico come sede di attività culturali e iniziative di carattere sociale. San Torpete, fin dalla sua riapertura sei anni fa, è stata affidata a don Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista. Qui, tra le varie iniziative parrocchiali, da qualche tempo don Paolo ha voluto dare vita a un'associazione che opera concretamente nel tessuto cittadino, dando una mano alle famiglie genovesi che vivono in situazioni di forte disagio economico, che non arrivano alla fine del mese, che non riescono a pagare le bollette di gas e luce, che hanno problemi di morosità perché non possono pagare l'affitto di casa, che sono a rischio di sfratto; l'associazione sostiene inoltre le imprese familiari che, a causa della crisi, rischiano di chiudere, ma anche gli ex carcerati che si incamminano faticosamente sulla strada del recupero.
L'Associazione di promozione sociale "Ludovica Robotti-San Torpete", fondata da don Paolo, nasce come parte integrante delle attività della parrocchia, ma riunisce credenti e non, tutte persone animate dallo spirito di servizio, dalla ricerca di quella giustizia sociale da realizzare nella quotidianità, ispirandosi a due pilastri fondamentali, uno laico e uno cristiano, la Costituzione e il Vangelo. Il motto dell'associazione è "No elemosina- Sì giustizia": lo scopo, infatti, non è quello di creare forme di assistenzialismo, bensì di promuovere metodi di solidarietà costruttiva come, ad esempio, il microcredito.
Via Fereggiano, la strada di Genova più colpita dall'alluvione, con le illuminazione natalizie (foto Ansa).
Don Paolo ha scelto di dare all'associazione il nome di una bambina, Ludovica Robotti, vissuta a Genova appena per dieci mesi
(è morta il 3 febbraio del 2010), perché affetta dalla Sma, l'atrofia
muscolare spinale, una malattia che colpisce le
cellule da cui partono i nervi diretti ai muscoli, compromettendo il movimento muscolare: chi ne è affetto, dunque, non
riesce a camminare, a deglutire, a muovere la testa, a
sostenere il collo. Ludovica, si legge nel sito di don Paolo, "non fece
in tempo a parlare, ma ebbe il tempo sufficiente
per essere a noi maestra e ispirazione perché ci ha fatto capire quale
senso possono avere gli avvenimenti anche più tragici, compresa
la morte".
Ora, l'associazione ha bisogno di una sede di accoglienza, dove
ricevere le persone che arrivano per un colloquio con lo psicologo, per
esporre le proprie difficoltà, per chiedere un aiuto. L'organizzazione
ha così lanciato l'iniziativa solidale "Una sede per 500 amici":
cerca 500 persone ognuna delle quali dia un contributo di 100 euro (o
quello che è in grado di devolvere) per finanziare la nuova sede e
permettere così all'associazione di liberarsi dall'onere di pagare un
mutuo. Per informazioni, sito Internet: http://ludovicarobottisantorpete.jimdo.com/.
Giulia Cerqueti