L’ultima: i droni anti immigrati

L’Unione europea sta pensando di ricorrere ai droni per individuare le imbarcazioni piene di migranti, bloccando gli sbarchi. Bilancio della linea dura: costosa e praticamente inutile.

01/08/2012
Imbarcazioni cariche di immigrati nel Mediterraneo. Le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.
Imbarcazioni cariche di immigrati nel Mediterraneo. Le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.

Nel Mediterraneo le motovedette non bastano più. L’Unione Europea sta valutando il ricorso ai droni per bloccare gli sbarchi dei migranti. Una parte dei 410 milioni di euro destinati al rafforzamento delle frontiere potrebbe essere infatti utilizzata per l'acquisto degli aerei militari senza pilota. Con l'impiego dei droni, le forze dell'ordine potranno così identificare quelle navi che si stanno preparando a lasciare le coste africane cariche di migranti. La proposta è stata rilanciata in questi giorni ed è una delle misure previste dal progetto Eurosur, presentato a fine 2011 dalla Commissione europea e che sarà presto discusso dal Parlamento di Strasburgo.

Lo scopo di Eurosur è di rafforzare la sorveglianza delle frontiere dell’Area Schenghen. O, si potrebbe anche dire, della “Fortezza Europa”. Ne allarga le potenzialità Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni: «Aiuterà a scoprire e combattere le attività delle reti criminali e sarà uno strumento cruciale per salvare la vita di migranti che attraversano i mari per approdare sulle coste dell'Ue. Il nuovo sistema contribuirà a una gestione integrata delle frontiere, garantendo anche il rispetto dei diritti fondamentali, della protezione dei dati e del divieto di respingimento».

Secondo alcuni critici del progetto, invece, Eurosur è il simbolo di un’Europa che, da un lato taglia i fondi alla cooperazione con i Paesi da cui provengono i migranti, e dall’altro tratta l’immigrazione unicamente come un problema di ordine pubblico, di frontiere europee più sicure, insomma come una questione di polizia. In Italia, ad esempio, quasi tutto quello che si spende direttamente per gli stranieri è per il contrasto dell’immigrazione clandestina, per i Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e i rimpatri.

Anche a livello europeo i costi sono notevoli:
Frontex, l’agenzia per il pattugliamento delle frontiere esterne dell’Ue con cui Eurosur collaborerebbe in caso di approvazione, nel 2010, ha speso ben 8.525.782 euro per rimpatriare 2.038 “clandestini”. E la cifra si riferisce soltanto alle spese di viaggio, non include i costi della detenzione nei centri di identificazione, né le spese giudiziarie per i processi di convalida del trattenimento.

In questi anni, gli Stati europei hanno sperimentato varie forme politiche “dure”: dai respingimenti italiani verso le carceri libiche agli spari della polizia di frontiera a Ceuta e Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco. Eppure, il flusso di immigrati irregolari verso il Vecchio Continente non si è fermato e difficilmente si fermerà. L'Unione Europea che spende quasi 10 milioni di euro per 2 mila rimpatri è la stessa regione dove vivono circa 3 milioni di persone senza permesso di soggiorno e dove, secondo le stime, entrano irregolarmente 100 mila persone all’anno dal Mediterraneo e dalle frontiere terrestri orientali, mentre altre centinaia di migliaia di migranti arrivano nei nostri aeroporti con visti che poi lasceranno scadere.

«Non sapevo come fare a venire regolarmente in Italia. L’unico modo era il deserto, la Libia e  il Mediterraneo», spiega Leonard che è arrivato dal Ghana nel 2005 e ha ottenuto la regolarizzazione dopo sei anni. Leonard ha centrato il problema: le politiche restrittive alla lunga servono soprattutto a creare clandestinità. Spesso, infatti, per i migranti è quasi impossibile entrare “con le carte in regola” nel nostro continente. E così, l’immigrazione irregolare rimane l’unica strada.

Che alle volte diventa il cimitero. Secondo l’osservatorio Fortress Europe, dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 18.346 persone, di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. Per la Comunità di Sant’Egidio, almeno uno su due di quelli che scompaiono nel Mediterraneo è un profugo che ha diritto all’asilo politico. E, tutti, essere umani. Come i 54 eritrei morti per disidratazione a inizio del mese nel Canale di Sicilia, o come il ventitreenne afghano ritrovato senza vita, il 12 luglio, sotto il camion dove si era nascosto per imbarcarsi a Igoumenitsa, in Grecia, su un traghetto turistico diretto a Venezia.

Stefano Pasta
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Postato da Filippo1184 il 03/08/2012 10:43

La democrazia, la libertà, sono una conquista che si fa con il sangue. Così hanno fatto i nostri nonni. Ora è il turno loro.

Postato da Filippo1184 il 02/08/2012 18:03

La politica così com'è fatta porta solo al razzismo. Abituato non a cedere, ma a vedersi scavalcare, il cittadino diventa razzista. Paesi civili più di noi in tutti i campi, tipo unioni gay ecc, chiudono le frontiere, rimpatriano e cose simili. Siamo il fanalino di cosa del mondo, è normale che la gente venga qui, faccia un po' come gli pare, e poi espatria in una paese normale. E tutti a schiaffeggiarci se rimandiamo a casa un clandestino....

Postato da togni bruna il 02/08/2012 15:10

ma davvero potete pensare che l'italia potrà continuare,pur con tutta la buona volontà e umanità,ad accogliere le migliaia di disperati che ogni giorno "entrano "in casa nostra? Pur superati gli egoismi di cui parla ilsig.re del precedente commento (e mi sembra che di questi tempi si possa spartire solo miseria) è lui stesso a rimarcare come il nostro territorio sia ormai saturo anche di spazi fisici (L'italia conta 200 abitanti per Kmquadro..).calcolando tutte le guerre ,le emergenze umanitarie varie,la fame ecc.ecc.nel mondo, è impensabile ,a mio avviso,il solo calcolare che quella "dell'ospitalità"sia la soluzione!le strade vanno ricercate altrove.....

Postato da vdiste1939 il 01/08/2012 15:32

è una guerra sciocca: non si va contro la storia. oltre un miliardo di affamati, perseguitati, malnutriti in una parola diseredati preme alle porte di una terra già sovraaffollat ma ai poveracci appare come il bengodi. non serve sprecare soldi x cacciarli come avvine da decenni, con quei soldi si possono adottare politiche di accoglienza. il guaio è che chi sta bene non vuol cedere neanche una briciola a chi non ha niente

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