13/03/2013
Mara Maionchi, testimonial GILS
La sclerodermia, letteralmente "pelle dura", è una malattia cronica ed evolutiva, rara ma non rarissima, poco conosciuta, che colpisce soprattutto le donne: in Italia ne soffrono 30mila persone.
In sostanza si tratta di una patologia caratterizzata dalla fibrosi della cute che nel tempo può estendersi anche agli organi interni: apparato gastrointestinale, polmoni, reni e cuore. Ciò che la rende difficile da combattere è che si tratta di una malattia autoimmune, cioè dovuta alla presenza di una reazione diretta contro gli stessi tessuti dell'organismo.
Un segno clinico costante è il fenomeno di Raynaud, che si manifesta con un tipico pallore delle dita delle mani e dei piedi. Il pallore è dovuto alla diminuzione dell'afflusso di sangue e, generalmente, si accompagna a una diminuzione delle temperatura cutanea, unita a dolore e a un'alterazione della sensibilità.
Sabato 16 marzo si celebra la XIX giornata per la lotta alla sclerodermia, promossa da
GILS, onlus schierata in prima linea nella ricerca e nella progettazione, nella consulenza e nella formaione, nella comunicazione e nell'informazione.
Medici (mercoledì 15.30-17.30),
psicologi (martedì 10.00-17.00),
avvocati rispondono al numero verde 800080266 per tutti coloro che necessitano di un consulto, un'informazione, un sostegno, un orientamento. E i volontari del
centro d'ascolto sono attivi dal lunedì al giovedì dalle 13.30 alle 17.30 e il venerdì fino alle 16.00.
«Quest’anno - ha spiegato Carla Garbagnati Crosti, Presidente del GILS - abbiamo voluto porre, ancora una volta, l’attenzione sulla mano, un organo di movimento
indispensabile ed importante per la nostra vita personale, familiare, lavorativa
e di relazione. Proprio lei, o per le ulcere, o per il progredire della
malattia, perde mobilità e forza e
spesso né la fisioterapia né il medico specialista riescono a risolvere la
situazione».
Partecipano all'incontro il
professor Giorgio Pajardi, presidente della Società Italiana per la Chirurgia della Mano
e Direttore dell’UOC di Chirurgia della mano presso il Policlinico Multi Medica
IRCCS di Milano e
la professoressa Raffaella Scorza dell’Università di Milano,
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.
Alberto Picci