14/04/2012
Tutte le fotografie di questo servizio sono state gentilmente messe a disposizione dal Dipartimento nazionale della Protezione civile.
Il passaggio che fa più discutere è il possibile aumento della benzina (fino a un massimo di 5 centesimi per litro) in caso di calamità e conseguente dichiarazione dello stato di emergenza, un modo per cercare di trovare rapidamente soldi per fronteggiare spese tanto impreviste quanto necessarie. Quel che colpisce (e innova) di più, tuttavia, è la definitiva scomparsa dei "grandi eventi" dalle competenze del Dipartimento della protezione civile, il potenziamento del ruolo del ministero dell'Interno e il ridimensionamento di quello dell'Economia.
Venerdì 13 aprile,
il Consiglio dei ministri ha varato in via preliminare le linee di indirizzo che puntano a riformare la Protezione civile. L'obiettivo - già emerso in occasione della riunione operativa sull'emergenza neve tenutasi a Palazzo Chigi il 6 febbraio scorso - è di rafforzare l'efficacia della prevenzione e di migliorare tempi ed effetti dei primi interventi.
La riforma sarà definitivamente messa a punto dal Consiglio dei ministri dopo l'esame da parte della Conferenza unificata programmata il 19 aprile. Rispetto al regime attuale, l'innovazione sta anche nel fatto si prevede che il Presidente del Consiglio, nel campo della protezione civile, possa esercitare in proprio le funzioni di promozione e coordinamento delle attività delle amministrazioni statali e locali e di ogni altra istituzione pubblica e privata sul territorio, ovvero che egli possa delegare tali funzioni al solo ministro dell'Interno.
Nella versione del provvedimento di riforma che ha ottenuto il via libera preliminare del Consiglio dei ministri, viene cancellata la norma inserita nel Milleproroghe dello scorso anno che stabiliva la verifica del ministero dell'Economia sulle spese da effettuare in caso di emergenza. Nella prima fase, specifica una nota di Palazzo Chigi, il Capo della protezione civile «agisce con massima flessibilità e libertà, senza bisogno di acquisire concerti o visti preventivi». Dopo i primi 20 giorni dall'evento le ordinanze devono ricevere il concerto dell'Economia, «limitatamente ai profili finanziari». E' del tutto evidente che il provvedimento restituisce al Dipartimento della Protezione civile quei poteri che il "commissariamento" voluto da Tremonti gli aveva sottratto.
Di valenza assai importante è anche l'ultimo punto della nota di palazzo Chigi: quello in cui si sottolinea che «le gestioni commissariali che operano già all'entrata in vigore della riforma, non vengono prorogate o rinnovate».
Un punto fermo ad un'usanza tutta italiana che fa durare le emergenze anni e trasforma in emergenze eventi ampiamente previsti o che nulla hanno a che vedere con le calamità naturali, come l'Expo 2015.
Intanto, tra il 13 e il 15 aprile, si svolgono a Roma gli Stati generali del Volontariato di Protezione civile. L’appuntamento è stato voluto per discutere, in un contesto ampio e partecipato, i grandi temi che interrogano chi si occupa di cittadinanza attiva. Ad incontrarsi sono i rappresentanti di organizzazioni nazionali, associazioni locali e gruppi comunali: diverse espressioni e articolazioni del mondo del volontariato, straordinaria realtà del nostro Paese. In particolare partecipano ai lavori circa 250 delegati che si confrontano su “valori, rappresentanza, ruoli e risorse”.
Il volontariato, come previsto dalla legge istitutiva del Servizio nazionale di Protezione civile (la numero 225 del 1992), è una delle strutture operative insieme a Vigili del fuoco, alle Forze armate e di polizia, al Corpo forestale, alla Croce rossa, al Sistema sanitario nazionale e al Soccorso alpino e speleologico. I volontari costituiscono una delle componenti più vitali del sistema: oltre ottocentomila persone, distribuite sul territorio nazionale, aderiscono a organizzazioni che operano in molteplici settori specialistici. Nell'elenco nazionale del Dipartimento nazionale della Protezione civile sono iscritte oltre 4.000 organizzazioni, tra cui oltre 3.850 organizzazioni locali nate nelle diverse Regioni italiane. In caso d'emergenza, i volontari si occupano in particolare di assistere le popolazioni colpite allestendo tendopoli, mense, presidi sanitari, garantendo che funzioni un sistema efficiente, per quanto alternativo, di telecomunicazioni.
Alberto Chiara