Salerno, coi clochard contro il gelo

Per l'emergenza maltempo nel centro-sud, l'Associazione Humanitas, insieme con Caritas e Protezione Civile, dà ricovero e sfama circa 30 senza tetto ogni notte. Molti sono italiani.

09/02/2012
L'assistenza ai senza tetto nel centro della Protezione Civile a Salerno.
L'assistenza ai senza tetto nel centro della Protezione Civile a Salerno.

Un letto e un pasto caldo per i senzatetto di Salerno. Se la neve tiene sotto scacco l’intera regione - dall’Irpinia fino all’entroterra cilentano - nel capoluogo è il gelo che mette a rischio la vita di decine di clochard. Per questo fine settimana si prevedono altre ondate di maltempo al Centro-Sud. C’è allerta meteo fino al prossimo lunedi, giorno in cui le temperature dovrebbero leggermente rialzarsi. Per poter affrontare il clima rigido della notte, che arriva anche sotto lo zero, l’Humanitas di Salerno - organizzazione che opera sul territorio da 25 anni - ha allestito insieme alla Protezione civile e la Caritas un vero e proprio campo di accoglienza per chi vive e dorme negli angoli delle strade, delle piazze, nei vagoni dei treni e sotto i ponti dell’autostrada, un fenomeno molto diffuso in città.

Sono tanti i volti che stanno passando in via dei Carrari, quartier generale della Protezione civile. C’è chi arriva a piedi, anche solo per cenare e andarsene, c’è invece chi raggiunge il campo di accoglienza con i mezzi di soccorso e ci passa la nottata. Da quindici giorni ogni sera i volontari dell’Humanitas, diretti da Roberto Schiavone, perlustrano le vie del porto, della stazione centrale, i parcheggi dei pullman per incontrare i senzatetto, conquistare la loro fiducia e farli salire in auto per portarli con loro nella sede della zona industriale. Molti sono italiani come Giacinto, 29 anni e già vagabondo da tre. È di Milano e se vive per strada è perché non ha superato una delusione d’amore, racconta. Non sappiamo quanti di loro abbiano ancora contatti con i propri familiari. Ciò che è certo è che si nascondo, non vogliono essere riconosciuti, non hanno voglia di parlare ma solo di mangiare. Altri sono stranieri, soprattutto romeni e pur avendo i documenti, sono restii a mostrarli.

Roberto Schiavone dell’Associazione Humanitas a Darou Rahma, in Senegal.
Roberto Schiavone dell’Associazione Humanitas a Darou Rahma, in Senegal.

«Vogliamo censirli solo per sapere chi sono e come possiamo aiutarli, ma temono
un intervento della polizia», dice Schiavone dell’Humanitas, una vita dedicata al volontariato
. Un impegno che ha pagato a caro prezzo quando qualche anno fa ha perso suo figlio, 29 anni, durante un’operazione di soccorso su un elicottero. Nonostante tutto continua il suo lavoro e da quest’anno anche in Africa. L’Humanitas – 800 operatori in tutta la provincia di Salerno - ha infatti donato a gennaio tre ambulanze al piccolo comune di Darou Rahma, in Senegal.

Romina Rosolia
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