Se la fame ha le gambe corte…

"Regala un metro alla vita": questo il titolo della campagna lanciata da NutriAid. Obiettivo: salvare dalla malnutrizione 10 mila bambini in tre anni.

03/04/2012
Un bambino denutrito a causa della recente carestia nel Corno d'Africa (Foto AP).
Un bambino denutrito a causa della recente carestia nel Corno d'Africa (Foto AP).

“La fame ha le gambe corte” perché colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni. Ma anche perché, come le bugie, può essere smascherata e sconfitta. NutriAid – organizzazione umanitaria impegnata da 16 anni nella lotta contro la malnutrizione infantile – ha dato il via a un’iniziativa ambiziosa e di lungo periodo: entro il 2015 si pone il traguardo di salvare 10 mila piccoli dalla morte per fame nei Paesi dove opera (Rwanda, Senegal, Madagascar, Repubblica Democratica del Congo e Somalia).

     I “numeri della fame” continuano ad essere spaventosi e purtroppo non fanno notizia: «Perciò», dice la dottoressa Anna Macchieraldo, presidente di NutriAid, «abbiamo deciso di riaccendere i riflettori sullo scandalo della morte di tanti bambini a causa della malnutrizione».

     Tanti, troppi bambini. Se nel mondo il totale delle persone cronicamente sottoalimentate è di 925 milioni, il numero dei bambini sotto i 5 anni è di ben 195 milioni. Si tratta di piccoli che soffrono di sintomi acuti o gravi di carenze di alimentazione, il cui numero aumenta in caso di carestie, conflitti sociali e scarsità stagionali.

     «Ogni anno», aggiunge la dottoressa Macchieraldo, «7,6 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono per cause facilmente curabili come la diarrea o la polmonite. Di queste vittime, 2,6 milioni – 300 ogni ora – vengono uccise come causa principale dalla malnutrizione».

     Sono 26 i Paesi al mondo che hanno ancora livelli di fame “allarmanti”. Quattro di questi Paesi, che hanno addirittura una situazione “estremamente allarmante” sono in Africa subsahariana: Burundi, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea.

     Come spiega nella campagna, in alcune aree dove NutriAid interviene «permangono situazioni di grave emergenza causate da conflitti conclamati, come in Somalia, o silenziosi, come in Repubblica Democratica del Congo, da catastrofi naturali che ciclicamente devastano i raccolti e riducono la disponibilità di derrate alimentari, come in Madagascar, o da povertà e mancanza di accesso al cibo come in Rwanda o in Senegal».

   

Il logo della campagna con tro la malnutrizione nel mondo proposta dall'organizzazione umanitaria NutriAid.
Il logo della campagna con tro la malnutrizione nel mondo proposta dall'organizzazione umanitaria NutriAid.

«La malnutrizione», prosegue Antonella Demarchi, segretario generale di NutriAid, «rappresenta uno dei principali meccanismi che sottendono la trasmissione della povertà e dell’ineguaglianza da una generazione all’altra. Queste devastanti conseguenze portano con sé anche elevati costi economici. La malnutrizione acuta nei bambini al di sotto dei 5 anni, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza, inibisce il loro sviluppo psicologico e mentale, crea implicazioni a lungo termine sulla salute dell’intera vita e limita complessivamente le opportunità delle future generazioni».

     Quando la sottoalimentazione è grave, il corpo inizia ad consumare i propri tessuti in cerca dei nutrienti e dell’energia necessari alla sopravvivenza mirando inizialmente alla struttura muscolare e al tessuto adiposo. I processi metabolici iniziano a rallentare, la regolazione termica è alterata, la funzionalità renale è danneggiata e il sistema immunitario compromesso.

     «Di fronte a tutto ciò non possiamo restare inermi», conclude la presidente di NutriAid. «Da molti anni combattiamo con progetti sanitari le conseguenze della mancanza di cibo cronica o acuta sullo sviluppo della crescita dei bambini, ma riteniamo sia venuto il momento di chiedere aiuto a tutta la società civile e alle istituzioni per vincere questa battaglia. Salvare tanti bambini dalla morte per fame si può. Ma bisogna essere in molti. Significa regalare a ogni bambino un metro alla vita».

     La campagna triennale dell’Ong torinese punta a salvare questi 10.000 bambini attraverso interventi mirati, dalla fornitura di latte arricchito con vitamine e sali minerali, alimenti e medicinali in Congo all’assistenza medica e ospedaliera in Rwanda, dall’ampliamento del centro nutrizionale in Senegal e in Madagascar alla costruzione di un nuovo centro in Somalia, oltre alla formazione del personale medico locale e ai programmi di educazione igienico-sanitaria rivolti a mamme e bambini.

Luciano Scalettari
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