27/07/2012
No alla cancellazione della Consulta nazionale del servizio civile. Lo chiedono in una nota congiunta Cnesc, Forum nazionale servizio civile e Rappresentanza nazionale dei giovani in servizio civile: «Da alcuni anni, in virtù dell’esistenza della Consulta nazionale del servizio civile, i giovani del servizio civile nazionale hanno potuto attuare la scelta effettiva dei loro 4 rappresentanti attraverso elezioni elettroniche e assemblee elettive e portare le loro idee e proposte sulle scelte in materia di servizio civile», si legge.
«Nello stesso arco di tempo le regioni, l’Anci e il Terzo settore hanno potuto, sempre grazie alla Consulta del servizio civile, portare un contributo concreto alle autonome decisioni statali. Questo sistema di governance, che nulla toglie alla responsabilità di Governo degli organi statali, ma che permette loro di avere tutti gli elementi conoscitivi necessari, è ora cancellato con la disposizione contenuta nel decreto “spending review” all’articolo 12, comma 20 ove è prevista la cessazione delle attività, fra gli altri, della Consulta del servizio civile».
Per le associazioni non si tratta di questione economica («la Consulta è costata nel 2011 “ben” 2.458,00 euro e nel 2010 meno di mille euro»), ma di «un’operazione politica: quella di tagliare le relazioni fra lo Stato e gli enti locali e la società civile organizzata. Una visione che va rigettata». Accuse al governo Monti, «che dichiara di investire nei confronti dei giovani, ma smentisce se stesso con la spending review» e a Riccardi: «Stupisce il silenzio del ministro che a parole ha lodato la funzione della Consulta e nei fatti guarda altrove». Le associazioni chiedono al Governo di ritirare il comma 20 dell’articolo 12. «Qualora ciò non avvenisse i danni alla governance e alla natura del servizio civile nazionale sarebbero gravissimi».
FamigliaCristiana.it - RedattoreSociale.it