Un sms per aiutarli a sopravvivere

Nel mondo ogni anno 6.900.000 bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni. E in un caso su tre la "malattia letale" si chiama semplicemente fame. Save the children si mobilita.

14/10/2012
La foto è dell'agenzia Reuters. L'immagine di coperttina è una foto d'arhivio dell'agenzia Epa, scattata a Maradi, nel Niger.
La foto è dell'agenzia Reuters. L'immagine di coperttina è una foto d'arhivio dell'agenzia Epa, scattata a Maradi, nel Niger.

Un sms per aiutare a salvarli. Save the Children si mobilita contro la mortalità infantile. Dal 15 ottobre all'11 novembre, nell'ambito della campagna Every One, è possibile sostenere l'organizzazione con il numero telefonico solidale 45507. Si possono donare 2 euro via cellulare oppure chiamare il numero da rete fissa. Per ulteriori informaz<ioni è possibile consultare il sito www.savethechildren.it

Nel mondo ogni anno 6.900.000 bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni. Il 99% delle morti avviene nei Paesi in via di sviluppo. E in un caso su tre la "malattia letale" si chiama semplicemente fame. Non solo: 171 milioni di bambini soffrono di malnutrizione cronica. Inutile dire che a pagare il prezzo più crudele sono le aree più povere del pianeta, già duramente provate da carestie e conflitti. E' il caso dell'Africa subsahariana, dove il 48% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Eppure, negli ultimi cinquant'anni, la produzione agricola mondiale è raddoppiata e «c'è una grande disponibilità di cibo, così ampia da poter potenzialmente soddisfare oltre ai bisogni anche i desideri».

Questo tragico paradosso si potrebbe ribaltare solo riducendo gli sprechi. Invece ogni anno, un terzo della produzione mondiale di cibo (pari a 1,3 miliardi di tonnellate) viene gettato via. Ecco quello che emerge dall'ultimo rapporto di Save the Children, organizzazione internazionale che da quasi un secolo lotta per i diritti dei bambini e per migliorare le loro condizioni di vita. In questi giorni l'organizzazione sta rilanciando la campagna Every One, contro la mortalità infantile. Mancano solo 3 anni al 2015, termine fissato dalle Nazioni Unite per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Uno di essi è la riduzione di due terzi (rispetto al 1990) del tasso di mortalità al di sotto dei 5 anni.

Nonostante alcuni recenti miglioramenti, siamo ancora ben lontani dal traguardo e in molte zone del mondo la sopravvivenza dei bambini resta appesa a un filo, condizionata dalla disponibilità e dalla qualità degli alimenti. E il cibo diventa sempre più costoso, tanto che, se non si riuscirà a invertire la tendenza, tra quindici anni il numero di bambini malnutriti potrebbe arrivare a 450 milioni.

Foto Reuters.
Foto Reuters.

In questo contesto allarmante le disparità diventano ancora più stridenti. Quella descritta da Save the Children è una carta del mondo drasticamente spaccata in due: distanze abissali separano le aree più povere da quelle industrializzate. Per avere un'idea basta ricordare che il tasso di mortalità sotto i 5 anni nei Paesi in via di sviluppo è otto volte superiore a quello dei paesi sviluppati. Da un lato ci sono i 35 Stati (28 dei quali in Africa) che non hanno risorse per sopperire all'insicurezza alimentare. In questa parte del pianeta vivono 89 milioni di bambini sotto i 5 anni.

In Mozambico i piccoli malnutriti sono il 44%, in Burkina Faso sono circa 100.000 (cui vanno aggiunti altri 25.000 provenienti dal Mali), mentre in Niger 4 bambini su 10 sono sottopeso. Sul versante opposto stanno gli Stati ricchi, quelli in cui ogni persona ha a disposizione in un anno 344 kg di cibo in più rispetto a chi vive nelle aree in via di sviluppo. Sono i Paesi del consumo. Spesso anche dello spreco. In valore assoluto, fa notare Save The Children, la quantità di cibo sprecata dai Paesi in via di sviluppo (630 milioni di tonnellate annue) non è molto inferiore a quella delle aree sviluppate (670 milioni di tonnellate).

C'è però una differenza sostanziale: nel primo caso le perdite coinvolgono soprattutto le fasi iniziali della filiera agroalimentare. Questo è dovuto a incidenti climatici, limiti delle tecniche agricole, delle infrastrutture e delle possibilità di conservazione degli alimenti. Nei cosiddetti Paesi sviluppati, invece, avviene il contrario: è nella fase di consumo che il cibo finisce nei rifiuti.

L'Italia non è tra gli Stati peggiori, ma fa comunque la sua parte. Nel nostro Paese, in media, ogni famiglia perde ogni anno 454 euro di cibo nella fase del consumo.
Per tentare di riequilibrare, almeno in parte, questi "mondi alla rovescia", serve il contributo di tutti. Ecco perché Save The Children torna a proporre la campagna Every One. Obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica, ma anche raccogliere fondi per i progetti di nutrizione e salute in 38 Paesi del mondo. Dal 2009 a oggi l'organizzazione ha formato 179.000 operatori sanitari e raggiunto più di 50 milioni di mamme e bambini. Save The Children Italia, in particolare, opera in Egitto, Malawi, Etiopia, Uganda, Mozambico, Pakistan, India e Nepal. In questi giorni un palloncino rosso, simbolo della campagna, attraversa l'Italia per mobilitare persone e istituzioni.

Lorenzo Montanaro
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