Con quali occhi un ragazzo di poco più di 30 anni, nato e
cresciuto in Italia da genitori egiziani, vede la sua terra d'origine? È
l'interrogativo a cui risponde la quinta edizione di "Sguardi
africani", rassegna culturale in cui in passato si sono esibiti artisti di
fama internazionale e che, quest'anno, con una ventata di freschezza, lascia
campo libero a Mido rdn, creativo emergente, formatosi
artisticamente alla scuola di interior design Naba di Milano. La mostra,
inserita nella cornice dell'oratorio della Passione presso la basilica
Sant'Ambrogio, a cavallo dei giorni in cui avrà luogo il VII Incontro mondiale
delle famiglie, si presenta da un lato come un'iniziativa culturale di indubbio
valore; dall'altro si traduce in un'occasione per sostenere Cefa onlus,
organizzazione non governativa attiva da quarant'anni nel campo della
cooperazione internazionale con l'obiettivo di combattere la fame e la povertà
nel mondo.
I suoi interventi, più che di assistenza pura, hanno la
caratteristica della "lungimiranza", per radicare nei contesti in cui
vengono operati stili e condizioni di vita realmente migliori: progetti a
sostegno di un'agricoltura e, in generale modelli di sviluppo, sostenibili per
l'ambiente, per i lavoratori, per l'intera comunità locale. Ma non solo, Cefa è
anche attrezzata per dare il proprio contributo nel campo dell'istruzione,
della salute e della crescita sociale. Dall'Albania all'Argentina, dalla Bosnia
al Guatemala, dal Marocco all'Ecuador, passando per Sudan, Kenya, Somalia e
Tanzania sono molte e variegate le realtà in cui Cefa ho portato i propri aiuti
e, soprattutto, le proprie idee orientate a una
responsabilizzazione dei
beneficiari delle sue attività. Nella convinzione che dalla consapevolezza
possa nascere un mondo migliore: le azioni unilaterali, infatti, mettono una
toppa, sì indispensabile ma comunque necessariamente per sua natura temporanea,
alle emergenze. La crescita, però, deve passare da percorsi più strutturati:
proprio quelli che Cefa intende promuovere coinvolgendo e cercando di
avvicinare al mondo della cooperazione e del volontariato internazionale quante
più persone possibile, giovani in primis. E così, anche in occasione della
mostra, sarà allestito uno spazio informativo dedicato proprio alle attività di
Cefa. Per chiudere, un commento che meglio di tante altre parole riporta l'attenzione
su "Sguardi africani" dello stesso Mido: «È difficile per me capire
se quello che faccio è arte o niente: i miei genitori provengono da una realtà
in cui di arte non ha mai campato nessuno e - per quanto contenti di come sono
- avrebbero preferito per me una strada più “classica”. Disegno da quando ero
un bambino e quello che esce dai miei scarabocchi, unito ai miei pensieri del
momento, trascritti sopra, è forse la cosa che più adoro fare».
Per maggiori informazioni consultare il sito
www.cefaonlus.it