Uno “sguardo africano”, ma anche italiano

La quinta edizione della rassegna a favore di Cefa onlus ha per protagonista Mido rdn, un creativo milanese di genitori egiziani

11/05/2012

Con quali occhi un ragazzo di poco più di 30 anni, nato e cresciuto in Italia da genitori egiziani, vede la sua terra d'origine? È l'interrogativo a cui risponde la quinta edizione di "Sguardi africani", rassegna culturale in cui in passato si sono esibiti artisti di fama internazionale e che, quest'anno, con una ventata di freschezza, lascia campo libero a Mido rdn, creativo emergente, formatosi artisticamente alla scuola di interior design Naba di Milano. La mostra, inserita nella cornice dell'oratorio della Passione presso la basilica Sant'Ambrogio, a cavallo dei giorni in cui avrà luogo il VII Incontro mondiale delle famiglie, si presenta da un lato come un'iniziativa culturale di indubbio valore; dall'altro si traduce in un'occasione per sostenere Cefa onlus, organizzazione non governativa attiva da quarant'anni nel campo della cooperazione internazionale con l'obiettivo di combattere la fame e la povertà nel mondo.


I suoi interventi, più che di assistenza pura, hanno la caratteristica della "lungimiranza", per radicare nei contesti in cui vengono operati stili e condizioni di vita realmente migliori: progetti a sostegno di un'agricoltura e, in generale modelli di sviluppo, sostenibili per l'ambiente, per i lavoratori, per l'intera comunità locale. Ma non solo, Cefa è anche attrezzata per dare il proprio contributo nel campo dell'istruzione, della salute e della crescita sociale. Dall'Albania all'Argentina, dalla Bosnia al Guatemala, dal Marocco all'Ecuador, passando per Sudan, Kenya, Somalia e Tanzania sono molte e variegate le realtà in cui Cefa ho portato i propri aiuti e, soprattutto, le proprie idee orientate a una responsabilizzazione dei beneficiari delle sue attività. Nella convinzione che dalla consapevolezza possa nascere un mondo migliore: le azioni unilaterali, infatti, mettono una toppa, sì indispensabile ma comunque necessariamente per sua natura temporanea, alle emergenze. La crescita, però, deve passare da percorsi più strutturati: proprio quelli che Cefa intende promuovere coinvolgendo e cercando di avvicinare al mondo della cooperazione e del volontariato internazionale quante più persone possibile, giovani in primis. E così, anche in occasione della mostra, sarà allestito uno spazio informativo dedicato proprio alle attività di Cefa. Per chiudere, un commento che meglio di tante altre parole riporta l'attenzione su "Sguardi africani" dello stesso Mido: «È difficile per me capire se quello che faccio è arte o niente: i miei genitori provengono da una realtà in cui di arte non ha mai campato nessuno e - per quanto contenti di come sono - avrebbero preferito per me una strada più “classica”. Disegno da quando ero un bambino e quello che esce dai miei scarabocchi, unito ai miei pensieri del momento, trascritti sopra, è forse la cosa che più adoro fare». Per maggiori informazioni consultare il sito www.cefaonlus.it

Alberto Picci
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