24/10/2012
Volontaria impegnata in faccende domestiche in un maso dell'Alto Adige. © archivio dell’Associazione Volontariato in Montagna
Mantenimento delle tradizioni, non abbandono della terra, lavorazione continua del suolo: sono le priorità dell'associazione Volontariato in Montagna che si occupa prevalentemente di organizzare forza-lavoro volontaria a sostegno di tutti quei contadini chiamati all'arduo compito di coltivare la terra in condizioni ambientali e climatiche per certi versi proibitive. Siamo in Alto Adige, terra di confine, dove alle parole si preferiscono i fatti. Perché è di sudore e fatica che si nutre la terra, specialmente a certe altitudini, lungo quei pendii così scoscesi di fronte ai quali è lecito chiedersi cosa mai possa crescere. Qui, più che altrove, dunque, serve da parte dei volontari un'abnegazione totale perché ogni azione è preziosa e tutte le energie sprecate non ti vengono comunque restituite. Come rendersi utili senza avere le benché minime conoscenze agricole di base? In montagna conta mettersi a disposizione e così c'è chi troverà la propria collocazione nella gestione dei lavori domestici durante la raccolta nei campi, chi lavorando con gli animali, chi nel bosco o seguendo la manutenzione ordinaria che qui diventa straordinaria. O, ancora, c'è sceglierà di dedicare il proprio tempo ai bambini e chi alle persone bisognose disabili. Insomma non c'è di che annoiarsi nel corso di questo ritorno alla natura più cruda.
L'associazione diventa fondamentale nella'individuazione delle famiglie a cui destinare la preziosa forza-lavoro. Ovviamente sulla base di rigorosi criteri predeterminati: attribuzione di classi di difficoltà (regolamentate dallo schedario dei masi: il valore minomo è 60 e viene calcolato sulla base della difficoltà di accessibilità al maso, della pendenza media del terreno e dell'altitudine); situazione familiare (malati o disabili sia fisici sia psichici, vedovanza, dipendenze); situazione finanziaria. In cambio del loro impegno, i volontario ricevono vitto e alloggio partecipando integralmente alla vita familiare del maso, nel rispetto delle sue regole e dei suoi ritmi. Oltre a una buona capacità di adattamento e alla passione per la montagna, però serve davvero poco altro: "buone scarpe, indumenti da lavoro e qualcosa di caldo da indossare". Il periodo di maggiore necessità è quello che va da maggio a ottobre, in pratica nella stagione dei raccolti su cui si basa la sopravvivenza dei masi in vista dei mesi invernali. La durata minima per un intervento normalmente è di una settimana ma è possibile fare anche un intervento di gruppo (minimo tre persone) che si limita ad un giorno o un fine settimana. In allegato, qualche numero sul volontariato nei masi da cui emerge con chiarezza come le domande di iscrizione siano andate pressoché sempre in crescendo nel corso degli ultimi 15 anni e come la maggior parte dei volontari provengano dalla Germania.
Alberto Picci