Salute, istruzione, indipendenza economica, sostegno e coinvolgimento "politico" e sociale per il benessere delle mamme e dei loro figli: i Paesi Scandinavi hanno "scelto" le donne. L'opposto di quello che accade in Africa sub-sahariana. Tra i Paesi in via di Sviluppo e quelli industrializzati c'è ancora di mezzo un abisso di diritti da conquistare e progetti da costruire e consolidare. Per esempio, si legge nel Rapporto di
Save the children "Stato delle madri nel mondo", le donne finlandesi possono contare su 17 anni di istruzione, quelle della Repubblica Democratica del Congo su 8, quelle somale su 2. E ancora, il tasso di mortalità infantile (popolazione con meno di 5 anni di età) in RDC colpisce 167 bambini su 1.000 nati vivi, in Finlandia il tasso precipita a 3 su 1.000. Per non parlare della partecipazione femminile alla vita politica: nel Paese scandinavo la percentuale di seggi in Parlamento occupata da donne è il 42,5%, in RDC supera appena l'8%.
Allarmante il dato sulle morti precoci, quelle cioè che si registrano nelle prime 24 ore dal parto: la frequenza più alza si registra in Somalia (18 su 1.000 nati vivi). Seguono Mali, Sierra Leone e RDC (17), Repubblica Centrafricana (16), Ciad, Costa d'Avorio e Angola (15). Il totale di neonati che ogni non sopravvive al primo giorno di vita è circa 1 milione, anche se il "primato" numerico spetta all'Asia del Sud dove si concentra il 40% del totale dei decessi (420mila bambini all'anno). A questi dati vanno aggiunti le 800 morti quotidiane di donne per cause legate alla gravidanza o al parto.
Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto di Save the Children, quest’anno riporta il nostro paese al 17° posto. Secondo i dati, le condizioni di salute delle mamme e dei bambini raggiungono livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,7 ogni 1000 nati vivi), come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16 anni di formazione scolastica. Benché la scarsa percentuale media di partecipazione politica delle donne fotografata dal Rapporto (20,6%) abbia subito un deciso incremento in occasione delle ultime elezioni (con il 28,6% al Senato e 31,3% alla Camera), siamo ancora distanti perfino da paesi come l’Angola (38%), l’Afganistan (27%) e il Mozambico (39%).