21/05/2012
Leye Astun, 26 anni, senegalese (fotografie di Romina Roslia).
Da venditrice di arance a Dakar a volontaria in Italia. Il passo è stato lungo per Leye Astun, 26 anni, e nonostante l'entusiasmo non è stato semplice salire per la prima volta su un aereo e volare via dall'Africa verso un posto sconosciuto. È stata letteralmente raccolta per strada dai volontari dell'Humanitas di Salerno durante un viaggio per la consegna di un'ambulanza a una comunità locale.
Leye con una volontaria italiana dell'Associazione Humanitas di Salerno.
Sino a un anno fa negli occhi di Leye solo le immagini delle polverose
strade di Dakar, la povertà, le giornate trascorse al mercato per
cercare di vendere qualche arancia e guadagnare poco più di 4 euro,
circa 1.400 sefa (moneta senegalese).
«Sono pochissimi - dice - ma almeno ci bastavano per comprare da
mangiare».
Ormai conosce bene l'italiano, una volta a settimana frequenta la scuola
per stranieri e a Salerno è sotto il tutoraggio dell'Humanitas. Nella
sede dell'associazione di volontariato frequenta un corso che la farà
diventare soccorritrice professionale.
A Salerno insieme a lei c'è anche
Sonia Diaw, 42 anni, vive in città con suo marito e i suoi tre figli,
l'ultimo dei quali nato in Italia. Sonia rimarrà probabilmente in Italia
ma Leye ha altri progetti soprattutto per l'emergenza umanitaria che
vive il Senegal: «Prima nel mio villaggio e poi a Dakar ne ho vista di
gente morire - racconta -. L'ospedale più vicino è lontano almeno un
paio di ore e da noi non esistono ambulanze ma solo carrette trainate da
cavalli. Così, le due ore di distanza dal primo ospedale si trasformano
in quattro e in tanti non ce la fanno ad arrivare, muoiono per strada.
Voglio fare qualcosa per loro».
Il villaggio di Darou Rahma, in Senegal, dov'è nata Leye.
A dicembre Leye ritornerà in Africa,
riabbraccerà suo figlio, sua madre di 72 anni e le sue sorelle. In
particolare la più piccola, che Leye sta aiutando a studiare: «Voglio che
abbia un'opportunità e che riesca a fare quello che io non ho potuto».
Si commuove quando parla della sua famiglia e di suo fratello partito da
più di dodici anni per la Spagna e mai più ritornato. Di lui hanno
perso le tracce. Leye, quindi, tra qualche mese rientrerà nel suo Paese e
il suo obiettivo è di tornarci con una qualifica professionale e
un'altra ambulanza nuova di zecca che consegnerà grazie al contributo
dell'Humanitas.
Così, non solo si potranno salvare decine di vite umane ma rinascerà in
Africa anche una «nuova» Leye, con una nuova prospettiva ed esperienza
vissuta a migliaia di chilometri di distanza dall'Antico Continente.
Romina Rosolia