In tandem, contro le armi nucleari

Wolfgang e Brigitte Schlupp-Wick, tedeschi, sono partiti a luglio da Mutlangen, vicino a Stoccarda, pedalando alla volta di Teheran. In bici, per affermare il valore della pace.

25/11/2010
Da destra: Wolfgang e Brigitte Schlupp-Wick davanti al municipio di Aviano. In primo piano, il loro tandem.
Da destra: Wolfgang e Brigitte Schlupp-Wick davanti al municipio di Aviano. In primo piano, il loro tandem.

  Tedeschi, cinquantenni, compagni di vita e di pedali. Wolfgang e Brigitte Schlupp-Wick sono partiti lo scorso luglio da Mutlangen, vicino a Stoccarda, alla volta di Teheran. Con loro, portavano un messaggio scritto da Tadatoshi Akiba, sindaco di Hiroshima e presidente di Mayors for peace,  l'associazione che riunisce tutti i sindaci che nel mondo chiedono l'abolizione delle armi nucleari (cui aderiscono molti comuni italiani), e della campagna 2020 Vision. Wolfgang e Brigitte si sono conosciuti negli anni Ottanta, durante le manifestazioni contro la presenza di armi atomiche nella base militare Usa della loro città.

     «Io organizzavo la disobbedienza civile», ricorda Wolfgang, «e incontravo spesso la popolazione cittadina, per chiederne la collaborazione. È stato così che ci siamo incontrati». Nel 1987 i missili nucleari furono rimossi da Mutlangen. Ma per Wolfgang e Brigitte il lavoro non era finito: «Ora che avevamo risolto il problema “in casa”, dovevamo pensare al resto del mondo».   Nel 2003 Wolfgang si recò all'Onu, in occasione del rinnovo del Trattato di non proliferazione nucleare. «Lì conobbi tre persone che risultarono fondamentali per decidere e organizzare il nostro viaggio in tandem: Tadatoshi Akiba, sindaco di Hiroshima, Soltan Ieh, ambasciatore dell'Iran presso le Nazioni Unite, e Lisa Clark, dell'associazione italiana Beati i costruttori di pace».

      L'ambasciatore iraniano gli mostrò come il suo Paese venga trattato diversamente dagli altri. E gli mostrò anche un incantevole video turistico sull'Iran. Le due cose insieme convinsero Wolfgang a programmare il lungo viaggio, dalla Germania all'Iran. 
Il tour è iniziato a metà luglio e ha toccato Austria, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Turchia, seguendo il corso del Danubio. Tanti sono stati gli incontri con le amministrazioni locali, i membri di Mayors for Peace e le associazioni per la pace. In Turchia sono stati anche ricevuti in Parlamento. Ma la coppia non fa mistero di essersi riservata anche qualche momento per sé: «È stata anche la nostra luna di miele» sorridono.

      Purtroppo, la sospirata metà non è stata raggiunta: pochi giorni prima del loro previsto ingresso in Iran, due giornalisti tedeschi sono stati arrestati con l'accusa di essere entrati con visto turistico e di fare interviste senza permesso. Lavoravano al caso di Sakineh. A Wolfgang e Brigitte è stato negato il visto. E a malincuore hanno dovuto rinunciare all'obiettivo programmato da anni.   Il loro viaggio di rientro passa per l'Italia: pedalando dal Friuli al Veneto (proprio nei giorni dell'alluvione) fino alla Lombardia, hanno incontrato varie amministrazioni comunali e provinciali, si sono fermati a Aviano e Ghedi (le due basi militari in cui sono stoccate armi nucleari statunitensi) e hanno sostato a Padova, sede dell'associazione Beati i costruttori di pace, che li ha appoggiati e seguiti lungo il tragitto e che da anni promuove l'adesione dei comuni italiani a Mayors for peace. Milano è stata un'ulteriore tappa programmata prima di ripartire per il Belgio e l'Olanda, altri luoghi in cui sono stoccate le atomiche. «Pedalare insieme, per di più su un tandem e non su due bici, è stata una scelta ambientalista, ma ha anche aiutato il nostro amore a crescere in sensibilità e in fiducia reciproca».    

Giusy Baioni
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