Olivero, cittadino europeo dell'anno

Il riconoscimento del Parlamento di Strasburgo al fondatore del Sermig per l'impegno a favore di pace e integrazione. Intanto la Croce della Gmg fa tappa all'Arsenale di San Paolo.

05/10/2011
Ernesto Olivero (al centro, con la camicia bianca) riceve il Premio Cittadino europeo dell'anno dal vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella (secondo da sinistra). Accanto a Olivero, il Governatore del Piemonte, Roberto Cota (foto di Tiziano Nobile / Sermig).
Ernesto Olivero (al centro, con la camicia bianca) riceve il Premio Cittadino europeo dell'anno dal vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella (secondo da sinistra). Accanto a Olivero, il Governatore del Piemonte, Roberto Cota (foto di Tiziano Nobile / Sermig).

La Gazzetta ufficiale dell'Ue l'aveva annunciato mesi fa, nell'edizione del 13 aprile 2011. Riunitasi alla presenza di Jerzy Buzek, presidente del Parlamento di Strasburgo, la giuria del Premio Cittadino europeo aveva deciso di consegnare il prestigioso riconoscimento, tra gli altri, anche ad Ernesto Olivero, fondatore e animatore del Servizio missionario giovani (Sermig) di Torino. La cerimonia ufficiale s'è svolta domenica 2 ottobre, presso l'Arsenale della pace, nel cuore della città della Mole.

Sono intervenuti l’eurodeputato Oreste Rossi (gruppo Eld-Lega Nord), che ha avanzato la candidatura, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, l’assessore comunale Stefano Gallo in rappresentanza del sindaco di Torino Piero Fassino, il sottosegretario agli Interni, senatore Michelino Davico.  Il premio è stato consegnato da Gianni Pittella, (Pd-Gruppo socialista europeo), vicepresidente del Parlamento europeo. “A nome del presidente Jerzy Buzek sono particolarmente felice di consegnare questo riconoscimento ad Ernesto Olivero per i meriti guadagnati sul campo”, ha dichiarato Pittella. “Ernesto è un costruttore di pace”, ha poi aggiunto Pittella, auspicando poi che anche l’Europa, nata per portare la pace in un continente devastato da conflitti tragici, possa tornare ad essere - nel mondo - costruttrice di rapporti basati sul dialogo, sul confronto, sulla solidarietà, sulla pacifica convivenza. “Tanti anni fa lui si è messo in gioco e attorno a quel gesto ce ne sono stati altri di donne e di uomini, di ragazzi e di ragazze, che hanno scelto la stessa strada, che lo hanno accompagnato”, ha sottolineato infine il vicepresidente del Parlamento europeo che non ha mancato di additare ad esempio lo stile di vita che caratterizza chi vive e opera all’Arsenale: “È questo l’insegnamento che noi abbiamo voluto trarre dall’esperienza di Ernesto Olivero ed è per questo che lo abbiamo premiato”.

Un momento della consegna del Premio Cittadino europeo dell'anno a Ernesto Olivero (al centro, con la camicia bianca e il microfono in mano). Foto di Tiziano Nobile / Sermig.
Un momento della consegna del Premio Cittadino europeo dell'anno a Ernesto Olivero (al centro, con la camicia bianca e il microfono in mano). Foto di Tiziano Nobile / Sermig.

Ernesto Olivero ha dedicato il Premio ai giovani perché non si arrendano al male e capiscano che possono cambiare la politica, il sistema finanziario, la società: “Nel silenzio abbiamo costruito qualcosa di bello per le donne, per gli uomini. Nel silenzio abbiamo costruito un po’ di dialogo, che significa sedersi attorno ad un tavolo pronti a cambiare qualche idea, altrimenti il mondo non cambia". "Noi non saremo mai di nessun partito", ha proseguito il fondatore del Sermig, "quello che ci unisce è aiutare l’uomo a riscoprire meglio se stesso, a riscoprire le esigenze della povera gente, a capire che il bene più grande è accogliere immigrati e profughi in un modo più serio e più vero, è dare spazio ai giovani”. Infine, ricordando che i politici presenti – di diverse appartenenze – hanno rilevato che l’Arsenale è un “crocevia istituzionale”, ha concluso: “Questo premio, che ci ha sorpreso e fatti felici, ci consentirà di continuare ad aiutare le istituzioni a camminare insieme per il bene comune”.

Ernesto Olivero e tanti giovani accolgono la Croce e l'Icona della Gmg a San Paolo del Brasile, dove il Sermig ha l'Arsenale della speranza (foto di Lorenzo Nacheli/Sermig).)
Ernesto Olivero e tanti giovani accolgono la Croce e l'Icona della Gmg a San Paolo del Brasile, dove il Sermig ha l'Arsenale della speranza (foto di Lorenzo Nacheli/Sermig).)

Olivero era reduce da un viaggio in Brasile, dove - insieme a vescovi, sacerdoti e tanti laici, tra cui moltissimi giovani - il 21 settembre ha accolto la Croce e l'Icona della Gmg che hanno fatto tappa all'Arsenale della speranza, a San Paolo, all'inizio del loro lungo viaggio che li vede in cammino verso Rio de Janeiro, città in cui - nel luglio 2013 - si svolgerà il prossimo grande incontro internazionale legato alla Giornata mondiale della gioventù. “Cara Croce, cara Maria, siate benvenuti in questa casa. Grazie a voi abbiamo accolto quasi 40.000 persone...”, ha detto Ernesto. A solennizzare l'evento, una veglia di dodici ore di lettura continua della Parola di Dio, proclamata da più di cento lettori, con alcuni intervalli musicali e silenzio, molto silenzio.

Un momento dell'intesa veglia di preghiera con cui il Sermig ha accolto la Croce e l'Icona della Gmg nell'Arsenale della speranza, a San Paolo del Brasile (foto di Lorenzo Nacheli/Sermig).
Un momento dell'intesa veglia di preghiera con cui il Sermig ha accolto la Croce e l'Icona della Gmg nell'Arsenale della speranza, a San Paolo del Brasile (foto di Lorenzo Nacheli/Sermig).

Affidata dal Governo dello Stato di San Paolo al Sermig nel 1996, l'antica  “Hospedaria dos Imigrantes” è stata trasformata in una “casa che accoglie” ogni giorno tante persone in difficoltà o in “situazione di strada”. Un luogo di ristoro e di ricerca di Dio al centro della grande metropoli brasiliana.

Alberto Chiara
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Postato da Andrea Annibale il 08/10/2011 04:03

Ernesto ha la grande capacità di migliorare le persone che incontra e che accettano di fare i conti con la propria miseria umana. D’altra parte, da anonimo bancario che era, oggi è cittadino europeo dell’anno. Spero che conservi questa fama di giustizia tutta la vita e che sia ricordato in futuro certamente come una persona che ha cambiato la Storia di Torino e, forse, dell’Italia. E’ nel cuore di me torinese con le sue idee che spesso non condivido ma che sempre provocano il cuore e la coscienza. Come dicevo, non puoi non uscire provocato e migliorato da un incontro con Ernesto. Forse ci troviamo di fronte ad un santo e non lo sappiamo ancora con certezza. Certo è buffo come certi santi, veri o presunti, sono acclamati in vita ed altri sono umiliati e criticati per poi ricevere gloria presso gli uomini dopo la morte. Presso Dio, tutti i santi sono uguali e quel principio di uguaglianza che è negato in Terra è già una verità incontrovertibile nei Cieli. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: AAnnibale.

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