19/07/2012
© Margherita Mirabella
Dal 21 al 28 giugno 2012 Operation Smile è tornata in Giordania con una missione medica per il trattamento delle schisi labiali e
palatine (labbro leporino) che si è svolta ad Amman dove sono giunti piccoli pazienti provenienti anche dai territori palestinesi occupati e dalla Siria.
Tra i partecipanti, c'è Nicola
Freda, un chirurgo plastico e volontario di Operation Smile Italia. Ha iniziato
in Perù, dove l’incidenza di malformazioni congenite a carico del labbro e del
palato è di un caso su 525 nati vivi. Dopo la specializzazione in chirurgia
plastica, si è trasferito in Sudamerica per migliorare la formazione e
coronare il suo sogno: fare qualcosa di veramente utile per i bambini nati con
palatoschisi. In Perù ha incrociato il suo percorso con quello della Fondazione, per la prima volta nel 1999: «L’incontro con William Magee, fondatore
di Operation Smile fu fondamentale, divenni suo fellow a Norfolk per due anni
(2001 e 2002), e da allora ho partecipato a più di 35 missioni mediche
internazionali».
© Margherita Mirabella
Il racconto. «Un caso mi ha colpito in particolare ad Amman, sia per la vicenda personale che per la complessità della riparazione chirurgica: Mustafà, bambino siriano di soli 4 mesi di vita nato con una schisi labiale e palatina bilaterale completa. I genitori di Mustafà, sapendo della missione medica di Operation Smile, hanno intrapreso un viaggio rischioso e attraversato la frontiera sirio-giordana per raggiungere Amman. La politica di sicurezza dell’Organizzazione per questo tipo di interventi prevede per i piccoli pazienti una età minima di 5/6 mesi, salvo eccezioni. Dopo una riunione clinica, Mustafà è stato inserito nella programmazione della settimana chirurgica visto l’ottimo stato fisico del piccolo paziente, e considerato il fatto che la sua famiglia aveva intrapreso un vero e proprio viaggio della speranza ed insisteva perché l’intervento venisse fatto». Le labio-palatoschisi sono fra i quattro più importanti difetti che si presentano alla nascita, e i bambini che soffrono di questa malformazione possono avere difficoltà ad alimentarsi, a parlare, e perfino a respirare. Ogni tre minuti nasce un bambino con una malformazione facciale correggibile. Prosegue Freda: «L’intervento è perfettamente riuscito e l’incontro con i genitori è stato molto commovente. Il padre mi disse che ero la persona per cui nutriva il più gran affetto. Gli ho risposto: ‘Sempre dopo sua moglie!!’, e lui: ‘ovviamente!’. Dalla commozione iniziale, siamo passati ai sorrisi. Mi ha anche strappato la promessa di tornare ancora, con una nuova missione di Operation Smile in Giordania, per completare il trattamento di Mustafà con la chiusura del palato».
© Margherita Mirabella
Il futuro. La prossima missione medica di Nicola Freda sarà in Ecuador ad ottobre 2012, dove l’attenzione verrà rivolta in particolare alla formazione dei giovani medici specializzandi: «Con Operation Smile Ecuador stiamo lavorando ad una convenzione internazionale con l’Università Ricardo Palma di cui sono professore onorario. L’idea è di riservare un posto nella scuola di specializzazione ad un medico ecuadoriano, poiché in questo Paese dove non esiste la specialità in Chirurgia Plastica, operare bambini affetti da malformazioni congenite è importante quanto la formazione professionale rivolta ai medici specialisti e specializzandi dei Paesi che ci ospitano».
Costituita nel 2000, la Fondazione Operation Smile Italia Onlus è parte di un’organizzazione umanitaria internazionale formata da volontari medici, infermieri ed altri operatori sanitari, che realizzano gratuitamente missioni umanitarie in oltre 60 paesi del mondo, per correggere con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva gravi malformazioni del viso, ma non solo: vengono curati durante le missioni mediche anche gli esiti di ustioni ed i traumi. Dal 1982, anno di costituzione della Fondazione madre negli Stati Uniti, sono stati effettuati oltre 200.000 interventi chirurgici ed operati migliaia di bambini.
Alberto Picci