24/02/2012
Se iCub sembra fantascienza, c'è tutta una gamma di nanomateriali che sono davvero dietro l'angolo. Praticamente pronti per lo startup e cioè per essere prodotti e messi sul mercato.
“La carta e la plastica stanno per diventare intelligenti,” ci assicura la giovane greca Athanassia Athanassiou . E la fantasia si scatena: “Una carta qualsiasi , anche giornali vecchi, diventano indistruttibili e perfettamente sicuri, magari adatti a imballi alimentari grazie a rivestimenti di polimeri biocompatibili contaminati di nanoparticelle.” Altra applicazione: rivestimenti trasparenti autopulenti da applicare per esempio, ai vetri delle auto in modo da eliminare per sempre sia i lavavetri abusivi che i tergicristalli.
Si stanno poi progettando nanoparticelle di iodio per suture istantanee in chirurgia, si passa a denaro che non si può falsificare, a spugne di polimeri che dividano l'acqua dal gasolio. Le avessimo già ora per l'Isola del Giglio!!!
Sogni per fare ripartire l'Italia? Fantasia? L'IIT in fondo ha solo pochi anni e già si parla di contratti che partono per sfruttare i brevetti (perchè i brevetti ci sono e sono tanti). Si parla di una Ondulit indistruttibile prodotta con vecchi giornali, di coloranti fotovoltaici, di tessuti idroreppellenti e antibatterici per la grande moda italiana.
È ancora il direttore Cigolani che parla e che ci congeda con un'altra copertina della rivista "Nature" dedicata a Genova: il brevetto di una spugna di nanoparticelle disegnata per contenere l'idrogeno. “È la soluzione di uno dei più grossi problemi ingegneristici moderni che si frappongono alla costruzione di un auto a idrogeno.”
Ida Molinari