04/03/2011
Sono ormai numerosi gli studi che assolvono le uova dall'accusa di provocare il colesterolo. In compenso, le “imputate” contengono lecitina, che stimola il fegato. Nel complesso, si rivelano un valido alimento. Per cominciare, hanno proteine di elevato valore biologico, quasi tutte utilizzabili dall'organismo. Ci sono poi vitamine (esclusa la C) e vari minerali, tra cui ferro, selenio, rame, iodio. Altro punto a favore delle uova sono i lipidi contenuti: nel tuorlo in particolare si trovano anche acidi grassi essenziali. Insomma, un bel profilo nutrizionale, associato a un apporto calorico contenuto (circa 130-140 calorie per 100 g, tenendo conto che un uovo medio si aggira sui 60 g.
Per usufruire di questi benefici ci sono però due condizioni: scegliere uova di qualità e cucinarle in modo adeguato. Cominciamo dall'acquisto. In commercio si trovano uova di galline allevate in gabbie piccole, in condizioni non proprio ottimali; sceglierne di altro tipo si rivela dunque anche una questione etica. Sono da preferire le uova di galline allevate all'aperto (nel biologico, per esempio, questo avviene di regola); di preferenza, le bestie devono fare quello che hanno fatto dall'alba dei tempi: razzolare, mangiare erba, vermetti, insetti. In questo modo le loro uova conterranno anche gli omega 3, preziosi acidi grassi essenziali.
Veniamo ora alla cottura. Il tuorlo deve essere ancora un po' morbido, così non rischia di perdere i grassi insaturi che contiene; l'albume, invece, deve essere ben cotto, altrimenti risulta poco digeribile. Potete scegliere di cuocere le uova in camicia (metodo pratico, rapido e gustoso) oppure barzotte, cioè lessarle per 6 minuti circa. In alternativa, potete preparare delle omelette cuocendole però in forno a calore moderato piuttosto che in padella. Volendo, si può cuocere prima l'albume e poi aggiungere il tuorlo (per esempio, si unisce il bianco a verdure stufate e quando è ben cotto si aggiunge il rosso, cuocendolo brevemente).
Insomma, le alternative sono diverse. Ma quante uova mangiare? Due per volta, un paio di volte alla settimana.
Però è bene ricordare che questi alimenti sono off limits per i sofferenti di calcolosi delle vie biliari; inoltre prima dei 18 mesi di vita i bambini non possono mangiare l'albume, pena il rischio di allergie causate dall'ovoalbumina.
Giuliana Lomazzi