24/02/2011
Iran, raccolta del riso nel villaggio di Hachirud.
Può ancora riservare sorprese il riso, cereale presente da almeno 500 anni sulle tavole italiane? La risposta è sì. Infatti ci siamo abituati a usare soprattutto riso brillato, privato delle fibre, dei minerali e delle vitamine presenti sul chicco integrale. Ma anche del gusto: provate a mangiare un cucchiaio di riso bianco e uno di integrale, sconditi, e vi accorgerete della differenza!
Ci sono molti buoni motivi per preferire il prodotto integrale; per cominciare, questo è amico della regolarità intestinale – al contrario di quello bianco, efficace rimedio popolare contro le diarree. Grazie allo scarso contenuto di sodio, il riso integrale combatte la ritenzione idrica e si rende quindi utile a chi soffre di insufficienza renale o di ipertensione. Ben digeribile e tonificante, il riso combatte poi le fermentazioni intestinali.
Non esitiamo dunque a portarlo in tavola, cucinandolo però in modo opportuno per non diminuirne i nutrienti. Ciò significa metterlo in una casseruola con 2,5 parti di acqua fredda (es. 100 g di riso, 250 g di acqua), coprire e, al bollore, abbassare la fiamma. Dopo circa 40 minuti il nostro riso è pronto e ben sgranato. Non serve nemmeno controllarlo in cottura, se l'acqua è correttamente dosata e la fiamma bassa.
Oltre al solito riso che siamo abituati a usare (Carnaroli, Arboreo, Roma ecc.), possiamo introdurne di tipi diversi per portare un po' di novità in tavola: ottimi per esempio i tipi orientali con il chicco lungo, spesso dotati di un profumo e un aroma unici (e il più delle volte coltivati in Italia). E perché non puntare, ogni tanto, sui colori? Ecco il riso nero, talmente pregiato che in Cina era destinato all'imperatore. In Piemonte se ne coltiva una varietà unica in Europa, selezionata in modo naturale, con uno squisito gusto di noce e un profumo eccezionale. Il riso nero è ricco di antocianine (sostanze antiossidanti che combattono tumori, malattie cardiovascolari, invecchiamento) e nemico del colesterolo.
Aiuta a combattere il colesterolo anche il riso rosso, dal gusto intenso, mentre il “fratello” rosa ha sapore delicato e floreale e buona presenza di ferro e vitamine. Infine ricordiamo il riso selvaggio, in realtà una pianta acquatica americana: a forma di bastoncino scuro, ha un sapore spiccato e caratteristico ed è particolarmente ricco di vitamine, proteine e minerali.
Giuliana Lomazzi