13/07/2012
Un’ultima sezione di
questa rubrica è dedicata
ai film in cui i disturbi
mentali hanno esiti criminali
o sanguinari, all’insegna
di una verosimiglianza
spesso fragile ma efficace
nel sollecitare l’emotività
del pubblico.
A - Il posto d’onore spetta
a Psycho (Alfred Hitchkock,
Usa 1960), celeberrimo
film che ha reso
il protagonista il più famoso
“pazzo” della storia del
cinema. Una bella impiegata
(Janet Leigh) ruba
quarantamila dollari e
fugge, cambia l’auto e si
trova nel mezzo di un temporale,
decidendo di pernottare
in un motel che
non ospita nessun altro
cliente. Il proprietario è
Norman Bates (Anthony
Perkins), un ragazzo che
manifesta qualche stranezza,
come quella di impagliare
uccelli. Prima di
dormire la donna decide
di fare una doccia. Sotto
l’acqua viene aggredita e
uccisa da un’altra donna
la cui sagoma si intravede
appena. La mattina successiva
Norman scopre il
corpo, fa pulizia, mette il
cadavere nel bagagliaio e
fa sparire la macchina nelle
sabbie mobili. Sa che
l’assassina è sua madre,
patologicamente gelosa
di lui. Un investigatore
privato, con l’aiuto del fidanzato
della donna uccisa,
riesce a dipanare la matassa,
anche se ci rimette
la vita. Norman e sua madre
sono la stessa persona:
il ragazzo è pazzo, dopo
aver ucciso la madre
per gelosia ne custodiva il
corpo in soffitta e si immedesimava
in lei non sopportando
il rimorso del
proprio delitto.
B - Disagio mentale e follia
omicida trovano spazio
in Il silenzio degli innocenti
(Jonathan Demme, Usa
1991). Un serial killer soprannominato
“Buffalo
Bill” (Ted Levine) semina
morti a ripetizione. Jack
Crawford (Scott Glenn),
agente dell’FBI, pensa che
per poterlo prendere sia
necessario ricorrere alla
consulenza “particolare”
di Hannibal Lecter (Anthony
Hopkins), un serial
killer cannibale rinchiuso
in un manicomio criminale
e affida il caso alla giovane
agente Clarice Starling
(Jodie Foster). Tra lei e
l’uomo si sviluppa una strana
relazione cui non è
estranea una complessa
ammirazione reciproca. Il
cannibale mostra subito di
avere sensazionali capacità
mentali, di gran lunga
superiori a quelle normali,
e Clarice scopre che la
sincerità è la chiave per discutere
con lui. Quando
intuisce la connessione tra
una delle vittime e il suo assassino,
riesce a scovare e a
catturare “Buffalo Bill”.
C - Chiudiamo questa breve
rassegna citando Nascosto
nel buio (John Polson,
Usa 2005), pellicola in cui
Roberto De Niro interpreta
David, un padre psicologo
a cui muore la moglie
(Amy Irving). La figlioletta
Emily (Dakota
Fanning) passa il tempo a
dialogare con “Charlie”,
personaggio immaginario
forse frutto della sua
incipiente schizofrenia.
Altre morti, strani fenomeni
ed episodi inquietanti
mettono in pericolo
la piccola. Alla fine sarà il
padre a rivelarsi schizofrenico
e paranoico, mentre
una psicologa provvederà
a salvare la bambina. Il
film si chiude con una
tranquilla scena domestica,
ma nel disegno che ha
appena completato la
bambina si ritrae con due
facce, una delle quali è
piuttosto inquietante.
Marco Deriu