Il pazzo mondo del cinema

Trattare il tema della malattia mentale attraverso il cinema non è impresa da poco. Per la complessità che comporta e per la delicatezza delle storie coinvolte.

Prigionieri di se stessi

13/07/2012

Un altro settore di produzione cinematografica assai cospicuo ci porta fuori dalle strutture sanitarie per raccontare le vite quotidiane di personaggi che sotto un’apparenza normale rivelano forti disturbi mentali, con conseguenze che spesso si ripercuotono soprattutto in famiglia.


A - Ha più di mezzo secolo di vita Dietro lo specchio (Nicholas Ray, Usa 1956), classico melodramma ispirato a un fatto di cronaca. Il protagonista fa l’insegnante in una cittadina di provincia e, a causa di una pesante artrite, segue una cura a base di cortisone. In questo modo può continuare a condurre una vita normale, ma l’abuso del farmaco – custodito dietro lo specchio – ha come effetto collaterale lo sviluppo di disturbi mentali, ossessioni e stati di euforia megalomane. La moglie e il figlio ne fanno le spese.


B - È un film di culto il celebre Shining (Stanley Kubrick, Usa 1980), che alla magistrale interpretazione di Jack Nicholson deve molto del suo successo. Jack Torrance (Nicholson) è uno scrittore frustrato che accetta l’incarico di guardiano dell’Overlook Hotel, un albergo chiuso per la stagione invernale in una località isolata sui monti, dove si reca accompagnato dalla moglie Wendy (Shelley Duvall) e dal figlioletto Danny (Danny Lloyd). La strana atmosfera dell’hotel, carica di passato e di suggestione, lo fa uscire di senno fino a portarlo a tentare di uccidere la sua famiglia. Tratto da un romanzo di Stephen King, il film è altamente spettacolare, denso di innovazioni tecniche e immagini memorabili, secondo lo stile del regista. Il peso della frustrazione che fa impazzire il protagonista si fonde nelle suggestioni della memoria e nel fascino del passato.


C - Anche il protagonista di Doppia personalità (Brian De Palma, Usa 1992) subisce una trasformazione che stravolge la sua vita e quella di chi gli sta intorno. Il dottor Carter Nix (John Lithgow) è uno psichiatra infantile e sua moglie Jenny (Lolita Davidovich), anche lei medico, nota in lui segni di stranezza. Carter è figlio di un famoso psichiatra svedese morto misteriosamente, forse per suicidio, e responsabile di particolari esperimenti sui bambini, cui ora Carter vorrebbe sottoporre la figlia Amy. In più il perfido Cain, suo gemello, lo spinge a uccidere una donna per rapirne il figlio. Fra esagerazioni e colpi di scena, la pellicola assume i contorni di un thriller psicologico in cui la bravura degli attori convince più della struttura narrativa.


D - Hanno conseguenze negative i disturbi mentali del protagonista di Donnie Darko (Richard Kelly, Usa 2001). Donald Darko detto Donnie (Jake Gyllenhaal) è un ragazzo in gamba, ha una famiglia che lo ama ma soffre di disturbi mentali che lo hanno portato anche a dar fuoco a una casa abbandonata. Alla psicanalista che lo aiuta a combattere la sua schizofrenia confida del suo nuovo amico immaginario, Frank, un coniglio gigante che lo ha salvato da una morte assurda, ma che in cambio gli chiede di fare cose riprovevoli e sempre più pericolose. Fra l’altro, gli ha rivelato che di lì a 24 giorni arriverà la fine del mondo. A differenza di altri teen movie, questo film parla di un aspetto dell’adolescenza che non ha a che fare con il primo amore, né con gli inevitabili conflitti con gli adulti tipici dell’età. Qui si parla di morte e dell’effetto che la consapevolezza della fine ha su ogni persona. Il disturbo mentale è una reazione a questa paura.

Marco Deriu
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