01/12/2011
Di solito questi bambini
entrano nella scuola
con molte aspettative,
convinti che impareranno,
leggeranno, scriveranno,
scopriranno un mondo
nuovo. Il loro entusiasmo
iniziale è presto deluso,
e, si sa, le delusioni, soprattutto
precoci, non fanno
bene!
Questo succede
in modo più drammatico
ai bambini con tendenza
al pensiero creativo, ancora
più misconosciuti degli
altri, perché insoliti nelle
loro affermazioni e interpretazioni.
Questi bambini
spesso non sanno neppure
comunicare efficacemente
le proprie idee, visto
che spesso faticano a
comprendere il pensiero
comune e quindi a elaborare
un linguaggio adatto
ai più.
Proprio il pensiero
innovativo, che sarebbe
così utile a prevedere problemi
futuri e ad evitarli o
a risolverli, viene perciò
assai spesso mal interpretato
o per nulla recepito.
I piccoli creativi sono inquietanti
soprattutto per
gli insegnanti rassicurati
dalla prevedibilità, e vengono
così bloccati, impediti
in una parte essenziale
del loro essere.
Con alcuni bambini che si sono presentati con sintomi depressivi è stato necessario un intervento psicoterapico. Per esempio, un bimbo di 4 anni, iperdotato, non mangiava più altro che liquidi da un anno.
È stata scoperta una correlazione di questo sintomo con il comportamento che alla scuola d’infanzia avevano tenuto con lui gli insegnanti, comportamento che gli aveva fatto pensare di poter essere strozzato dal cibo.
Dapprima limitata alla scuola, questa paura si era estesa al cibo in generale. Il rifiuto della scuola era totale. Dopo un anno di lavoro, il bambino è stato mandato in un asilo a metodo montessoriano, che permette e prevede l’individualità dei percorsi.
Oggi è un bambino normalmente contento che mangia con grande appetito!
Ricordo che nella scuola Trabucchi, l’unica dedicata ai bambini
superdotati che a oggi sia stata realizzata in Italia, i bambini non
manifestavano segni depressivi, se non in coincidenza con eventi
familiari traumatici come i lutti o le separazioni.
L’atteggiamento e l’attuazione di una didattica adatta ai bambini superdotati può essere determinante nell’evitare l’insorgenza o nel ridurre la presenza di sintomi depressivi.
Il ricorso allo psicologo non è sufficiente e spesso neppure indicato: ricordiamoci che la scuola è l’ambito più rilevante per i bambini, spesso l’unico alternativo alla famiglia.
Un comportamento e una didattica adeguata possono improntare tutta la vita di un bambino, e gli insegnanti, nonostante le frustrazioni che ricevono da più parti, devono essere coscienti del loro insostituibile ruolo.
In questa direzione vanno l’innovativa istituzione, voluta dal ministro Gelmini, della figura professionale del “formatore di insegnanti per bambini ad alto e altissimo potenziale intellettivo” e i laboratori didattici che Eurotalent terrà nel corso dell’anno in diverse Regioni d’Italia.
Federica Mormando