24/05/2013
Luigi Pagano, ex direttore di San Vittore (foto Ansa)
“Adesso che ho capito che cos’è il carcere, mi sono commosso e non potrò più giudicare”. Luigi Pagano, direttore “storico” di San Vittore racconta, senza fare il nome, la storia di un magistrato milanese molto noto che ha lasciato la toga dopo il Giubileo del 2000. Invitato a San Vittore da don Luigi, il magistrato assistette alla messa nella rotonda del carcere. “Un complesso difficile dove, a fronte di 800 posti, sono stati detenuti anche in 1900”, spiega Pagano. “Don Luigi entrava in ogni anfratto e convertiva le persone. Fu lui che portò il cardinale Carlo Maria Martini a visitare il nostro istituto. E fu insieme con lui che il cardinale, per la prima volta, andò verso la sezione dell’alta sicurezza. Aveva visitato cella per cella tutti i detenuti, ma non ci aspettavamo che volesse andare proprio verso la zona più rischiosa. Allora quel suo gesto fu uno scandalo, nel senso cristiano. Ma uno scandalo che don Luigi aveva preparato”. Avvenne così, continua Pagano, “anche per quella messa nella rotonda di San Vittore con i detenuti. Una situazione molto suggestiva, con una omelia del cardinale Martini incentrata sulle parole di Giovanni Paolo II: ‘il tempo non appartiene agli uomini’. A un certo punto, non so da dove, don Luigi tirò fuori una colomba e la fece volare. I detenuti, commossi, cominciarono ad applaudire gridando: ‘libertà, libertà’. Fu a quel punto che il magistrato, conosciuto come uno dei più duri disse a don Luigi che gli aveva giocato un brutto scherzo perché da quel momento in poi cambiava la sua concezione del carcere e della pena”.
Annachiara Valle