Afghanistan, la guerra continua

Povertà, attentati e corruzione: la popolazione civile è sotto scacco. Il caso Emergency.

Talebani, un salario da fame

19/04/2010
Un gruppo di talebani armati fino ai denti.
Un gruppo di talebani armati fino ai denti.

Ma quanto si guadagna a fare il talebano? Sembra una domanda retorica, o addirittura sciocca. E non lo è. Il tema è stato recentemente approfondito da una corposa indagine condotta dagli analisti dei servizi segreti Usa e dagli studiosi del Congressional Research Service, in pratica il "centro studi" del Parlamento americano. E da tutto quel lavorìo di esterti sono uscite alcune conclusioni a dir poco sorprendenti.

Intanto, si è scoperto che la prima fonte di finanziamento dei combattenti talebani non è il traffico di droga (oppio e hashish, come spiegato in altra parte di questo Dossier) ma la rete capillare che raccoglie le donazioni in denaro che partono da molti Paesi (primi fra tutti i Paesi petroliferi del Golfo Persico, poi Iran e Pakistan) e poi, attraverso finte organizzazioni di beneficenza e prestanome, convoglia i fondi verso i talebani. Nel 2008, le sole donazioni "tracciate" (ovvero quelle individuate con sicurezza, che sono ovviamente solo una parte del totale, forse una piccola parte) dai servizi segreti Usa superavano i 110 milioni di dollari. Molti di quei contributi venivano da simpatizzanti insospettabili: afghani emigrati, titolari di piccole attività (negozi, aziende agricole...), musulmani che nutrono sentimenti radicali ma, con le loro donazioni, non infrangono alcuna delle leggi del Paese dove vivono.

Solo al secondo posto, tra le fonti di finanziamento della guerriglia, arriva il traffico di droga, che "regala" ai talebani tra i 100 e i 400 milioni di dollari l'anno (si tratta di stime). Proprio qui, però, si rivela la natura profondamente ambigua di una guerriglia che "in pubblico" accampa ragioni di fede e di politica ma "in privato" non si perita di taglieggiare i contadini chiedendo un "pizzo" del 10% sui raccolti, dell'oppio come del grano o del cotone. Gli stessi guerriglieri spesso trovano lavoro e denaro impiegandosi come "scorta" dei convogli che portano l'oppio ai laboratori del narcotraffico, anche qui per il 10% del valore.

I più miserandi sono i talebani di prima linea, i guerriglieri, quelli che sparano. Dei grandi traffici dei loro comandanti sanno poco o nulla. Combattono per un salario che, a seconda delle diverse zone dell'Afghanistan, varia tra i 500 e i 700 dollari al mese. E' poco, persino per l'Afghanistan. Al punto che gli analisti della Cia hanno scoperto che molti dei guerriglieri, d'estate, lavorano part time come braccianti. Per integrare.

Dossier a cura di Fulvio Scaglione e di Alberto Chiara
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