12/04/2011
Sheikh Hasina, attuale primo ministro del Bangladesh.
Ma anche la signora Sheikh Hasina nasconde qualche scheletro nell'armadio. Contrariamente alla sua rivale, che non si era mai interessata di politica prima della morte del marito, Hasina inizia la sua carriera tra i banchi di scuola, tanto che all'università è già presidente della sezione giovanile del partito del padre, la Lega Popolare del Bangladesh (Awami League).
Durante gli anni della guerra di indipendenza dal Pakistan, subisce per mesi, insieme ai suoi parenti, gli arresti domiciliari. Ma la svolta della sua vita pubblica e privata avviene in una tragica notte del 1975, quando tutta la sua famiglia, compresa la madre e tre fratelli, vengono assassinati da un commando militare. Sopravvivono al massacro solo Hasina e una sorella minore, in viaggio in Europa in quei giorni. Seguono 6 anni di esilio e, dopo il rientro in patria nel 1981, lunghi periodi di arresti domiciliari e carcere vero e proprio. Sono gli anni in cui, per sconfiggere il Governo militare al potere, Hasina stringe alleanza con quella che diventerà la sua più odiata rivale, Kalheda Zia e che, proprio grazie al suo supporto, vincerà le prime elezioni democratiche del Paese, nel 1991.
Da allora, l'altalena del potere ha alternato le due leader per ben quattro volte. Sheikh Hasina è stata inquisita per corruzione ed omicidio e, durante il suo primo mandato, il Bangladesh ha ottenuto il titolo di Paese piu' corrotto al mondo. Ma anche la sua rivale condivide identiche e anche più gravi imputazioni. Così come i figli e i parenti di entrambe sono coinvolti in casi di corruzione e tangenti.
Tuttavia, le ultime elezioni, vinte a stragrande maggioranza da Hasina dopo un anno di carcere e mesi di esilio forzato, sembrano aver finalmente portato un periodo di relativo equilibrio. Il manifesto elettorale della first-lady prometteva la digitalizzazione del Bangladesh entro il 2021. Ma forse, prima della rete virtuale, la Premier dovrà occuparsi della rete molto piu' reale e drammatica in cui sono ancora imbrigliate le donne del suo Paese.
Marta Franceschini