Italiani in Brasile, terra e lavoro

Oggi in Brasile, secondo le stime dell’ambasciata italiana, vivono oltre 25 milioni di oriundi. Soprattutto nel Sud del Paese, nella zona “incastrata” tra Paraguay, Argentina e Uruguay.

Intervista con padre Giovanni Rocchia, da 40 anni nello Stato del Parana

31/03/2012

Se a Nova Trento, nello Stato di Santa Catarina, l’ ‘evangelizzazione’ italiana e’ frutto di un intera comunita’, a Guarapuava, 500 km piu’ a nord, prende la forma dell’iniziativa personale. Qui il segno piu’ evidente di un fenomeno che inizia con I primi missionari e continua con i tanti religiosi nati in seno alle numerose comunita’ di emigranti si chiama “Santuario della Divina e Trina Ternura”. Un complesso situato sulla collina piu’ alta della citta’, senza lo status di parrocchia ma che include inseme alla chiesa, dove si celebra regolarmente messa, una serie di altri edifici tra cui una cappella separata, un centro giovanile, un laboratorio di falegnameria e addirittura un forno. Insomma, un punto di riferimento sia per i fedeli che per i giovani locali che qui si avviano ad attivita’ produttive e, in caso, alla vocazione. Il tutto, nato dall’idea di un sacerdote italiano di Cuneo venuto qui 44 anni fa : Padre Giovanni Rocchia, o Joao Rocha come lo chiamano, “portoghesizzandogli” il nome, in questo centro di 200,000 abitanti nel cuore dello Stato del Parana, dove e’ conosciuto e stimato un po’ da tutti. Lo abbiamo incontrato e intervistato all’interno di quella che a pieno titolo puo’ considerarsi la sua “creatura”.

Padre Giovanni Rocchia, innanzitutto che significa ternura?

In portoghese “ternura” corrisponde all’Italiano “tenerezza”. Noi abbiamo aggiunto alla parola “tenerezza”, che in contesti laici puo’ anche prestarsi a interpretazioni ambigue, due aggettivi: divina e trina. Qui siamo nel primo santuario al mondo dedicato alla divina e trina tenerezza.

Da chi e da che cosa e’ stato ispirato a fondare ed erigere questo complesso?

Io sono arrivato in Brasile al tempo della dittatura, alla fine degli anni ‘60. Era il tempo della violenza, della teologia della liberazione, liberazione totale dalla schiavitu’ economica e sociale. Gradualmente ho scoperto che il nostro Dio non e’ un Dio-violenza, bensi’ un Dio-tenerezza, concludendo che la violenza non porta da nessuna parte. Nell’85 ho scritto un articolo sull’argomento che e’ stato pubblicato in alcune riviste “di settore”, e una suora marchigiana, Costanza Scarponi che da 50 anni cercava di costruire in Italia un santuario dedicato alla divina tenerezza lo ha notato. Siamo entrati in contatto, abbiamo cominciato a corrispondere e a fare pressioni insieme per costruirlo qui, … a un certo punto l’allora vescovo Albano Cavallin mi chiese di iniziare, e nel 1994 qui e’ stata celebrata la prima messa. Filosoficamente mi rifaccio, da sempre, a Victor Frankl il fondatore della terza scuola Viennese di psicoterapia. In particolare quando dice che senza l’affetto, senza la tenerezza la comunicazione non ha valore. Oggi abbiamo tutti la nostra TV, il nostro computer, il nostro cellulare: c’e’ molta comunicazione ma poca affettivita’. Questo e’ il carisma [il messaggio NdA] che io, da qui, e alcuni gruppi – anche italiani - affascinati da questo tema, vogliamo trasmettere e divulgare.

Le filosofie però non bastano a costruire una opera del genere. Lei come ha fatto?

Qui mi hanno aiutato un po’ tutti, specialmente I piccoli. Ho sempre evitato di farmi aiutare dai grandi industriali quando scoprivo che sfruttavano I deboli: non solo non ho mai preso soldi dagli sfruttatori ma non ho mai nemmeno accettato di benedire una casa che e’ stata costruita col sangue dei poveri. In questo sono sempre stato radicale. Dico la verita’ ho avuto anche qualche aiuto dall’Italia … per esempio i miei antichi chierichetti di Cuneo mi hanno mandato, circa 15,000 euro. Non e’ molto, ma qui mi sono bastati a tirare su una panetteria che adesso e’ autonoma e addirittura in grado di dotarsi di nuovi macchinari.

Qual è il suo rapporto con le comunità evangeliche protestanti?

Bisogna distinguere: ci sono i classici – metodisti, luterani, battisti, che vengono anche qui. Tuttavia molti dei gruppi sorti adesso non sono religioni … il proverbio dice “piccole chiese, grandi guadagni”: e’ diventato un commercio, veramente!


E il suo rapporto col Vaticano?

Buono! …forse perche’ sono lontano.

Stefano Salimbeni
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