14/12/2011
Lo zaino del pellegrino durante la visita del Papa in Inghilterra nel 2010.
Divieto di transito per automobili e moto sulle strade di pellegrinaggio (Kano, Nigeria), pannelli solari sui tetti delle cattedrali (St. Albans, Gran Bretagna), acqua pulita distribuita a migliaia di pellegrini (Amritsar, India), migliaia di alberi piantati intorno ai luoghi sacri (Etchmiadzin, Armenia), autoproduzione del cibo per monaci e pellegrini (St. Pishoy, Egitto), cibo a chilometri zero, riduzione delle bottiglie di plastica e viaggi nella natura per i pellegrini (Assisi, Italia). Sono solo alcune delle iniziative programmate dai membri fondatori del “Green Pilgrimage Network”, la prima rete per ridurre l’impatto ambientale dei pellegrinaggi, un evento che muove ogni anno 100 milioni di pellegrini. Se tutti coloro che intraprendono un pellegrinaggio ogni anno fossero disposti allineati, coprirebbero la circonferenza del mondo per quasi quattro volte.
La rete è stata presentata un mese fa ad Assisi dall’Alleanza Religioni e Conservazione (Arc), in collaborazione con il Wwf. Nella cittadina umbra, città natale del Santo simbolo dell’amore per la natura, che accoglie ogni anno circa 6 milioni di pellegrini, si sono riuniti rappresentanti di 15 tradizioni religiose provenienti da tutto il mondo insieme a organizzazioni laiche e ambientaliste globali. È stata un'occasione anche per ricordare 25 anni di storia dell'Arc, nata nel 1986 sempre ad Assisi da un’idea dell’allora presidente del Wwf internazionale, il principe Filippo di Edimburgo.
I pellegrinaggi hanno oggi un notevole impatto ambientale nei luoghi sacri di tutto il mondo: posti in cui un tempo arrivavano 1.000 persone a settimana, per lo più a piedi, oggi ricevono decine di migliaia di persone che scendono dai pullman chiedendo un ristoro, non solo spirituale. Oltre all'inquinamento, numeri così alti provocano un’enorme pressione rispetto alla fornitura di acqua, cibo ed energia, alla gestione delle acque reflue, allo smaltimento dei rifiuti e all’alloggio dei pellegrini. E così anche la bellezza di questi luoghi rischia di essere danneggiata.
Per avere un'idea dei numeri, in occasione del Giubileo del 2000 a Roma sono stati registrati 25 milioni di visitatori, ma durante il Maha Kumbh Mela del 2001 circa 60 milioni di indù si sono immersi nel fiume Gange a Amritsar, di cui 30 milioni in un solo giorno, il 24 gennaio. È stato il più grande raduno di persone della storia, giustificato dal fatto che l’evento si verifica una volta ogni 144 anni.
Gabriele Salari