08/02/2012
Milano durante la grande nevicata del 1985 (foto Fotogramma).
Qualcuno ricorda l'inverno del 1985? Io sì, e fra poco vi dirò perché. Intanto diciamocelo: era quasi identico a questo e gli esperti finirono per parlarne come dell'inverno "più freddo del secolo". Fino a Natale le temperature erano rimaste ben sopra le medie, a causa del solito "anticiclone".
Poi, verso metà mese, la svolta: l'aria fredda in arrivo dagli Urali investì prima i Balcani poi il nostro Paese. Temperature a picco e galaverna. Temperature a picco e galaverna. Poi, verso metà mese, una serie di perturbazioni in arrivo dall'Atlantico cominciò a interagire con l’aria fredda che giorni stazionava sull'Italia, provocando il disastro.
Anche allora toccò per prima a Roma. E a Milano, grandi risate e sfottò ai danni dei romani che, con quattro dita di neve, non riuscivano più a far nulla. Ero arrivato da poco a Famiglia Cristiana e, con moglie e figlia a Torino, vivevo in una stanza d'affitto dalle parti della Stazione Centrale. Il giornale, invece, aveva (e ha tuttora) sede presso l'area della Fiera: tra un punto e l'altro, mezza città. La sera della grande nevicata ero stato invitato a cena da un collega che abitava non lontano dal giornale. Una serata tranquilla, conclusa verso le 11 di sera. Ringraziamenti, saluti e poi a nanna.
Purtroppo, al momento di uscire in strada, mi ritrovai in piena... Siberia. In poche ore si era accumulata una quantità enorme di neve. Arrivai a stento alla prima fermata della metropolitana ma i treni erano bloccati. Di autobus nemmeno a parlarne, i taxi scomparsi. Telefonai al collega (da una cabina, niente cellulari allora) e gli chiesi ospitalità: a casa (o, meglio, alla mia stanza) non potevo tornare. E nelle ore successive, mentre lo storico velodromo Vigorelli si accasciava sotto i fiocchi, si videro a Milano i carri armati dell'esercito "spazzare" le strade da 72 centimetri di neve che nessuno sapeva ripulire.
Per questo, ora che i romani sono stati ampiamente sfottuti e i meteorologi prevedono neve copiosa anche su Milano, intreccio le dita. Mi sembra una storia già vista.
Fulvio Scaglione