10/05/2012
Lo stadio di Donetsk in Ucraina (Reuters).
Parlare di clima da guerra fredda, come ha fatto il governo ucraino, è forse eccessivo. L'atmosfera a Kiev è tranquilla, gli abitanti si godono il caldo record di questi giorni e aspettano con trepidazione l'arrivo dei tifosi europei. A livello diplomatico, però, i rapporti tra Ucraina ed Unione europea sono ai minimi storici. Il boicottaggio degli Europei di calcio annunciato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel ha riportato le lancette del tempo indietro di qualche anno in questa repubblica sovietica divisa in due dal fiume Dnipro, russofona ad est e nazionalista ad ovest. Insieme ai governi di Austria, Belgio, Olanda e da tutti i commissari dell'Unione europea, Merkel ha fatto sapere che se entro l'8 giugno, data di inizio di Euro 2012 (partita inaugurale a Varsavia, in Polonia), il governo ucraino non avrà risolto il caso di Yulia Timoshenko, lei non si presenterà nel paese per assistere alle partite del torneo. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, si è spinto oltre: “L'accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Ue non può essere ratificato se le condizioni dello stato di diritto non sono pienamente rispettate nel Paese”. Insomma, a rischio ora è persino l'entrata di Kiev in Europa, di cui l'accordo di associazione dovrebbe essere il passo preliminare. Una minaccia che ha fatto salire ulteriormente la tensione. La risposta di Kiev non si è fatta attendere. Parlando con il settimanale tedesco Der Spiegel, il numero due del partito di Viktor Yanukovich, Leonid Koshara, ha detto che “senza l'accordo di associazione, l'accesso della Germania al mercato ucraino verrebbe limitato”.
L'ex presidente della Polonia Lech Walesa controlla l'erba dello stadio di Gdansk, una delle città placche che ospiterà Euro 2012 (Reuters).
Dunque, ritorsioni economiche in vista. E il pensiero che corre alla rivoluzione arancione del 2004, quella sostenuta da Europa e Usa, che portò alla caduta dell'attuale presidente Yanukovich. “A me – sono state le parole di Koshara - sembra che per certi esponenti politici dell'occidente il caso di Tymoshenko abbia un carattere molto personale. Berlino considera evidentemente la sconfitta della rivoluzione arancione guidata dall'ex premier ucraina una propria sconfitta”. Al centro di questa contesa geopolitica c'è proprio lei, Yulia Tymoshenko, 51 anni, la milionaria del gas diventata leader della cosiddetta rivoluzione arancione, ora capo dell'opposizione, chiusa in carcere dall'agosto dell'anno scorso. L'Europa chiede al presidente Yanukovich di liberarla, o almeno di concederle di essere curata all'estero. Tymoshenko, condannata a sette anni di prigione per abuso di potere, soffre di un'ernia al disco che, secondo il suo staff, non le permette di alzarsi dal letto. Finora la donna non ha mai voluto farsi curare dai medici ucraini messi a disposizione dal ministero della Salute: dice di non fidarsi di loro, e così l'ernia continua a non essere curata. D'altronde, come ha ricordato più volte la figlia di Tymoshenko, Evghenia Carr, sua madre si è detta disponibile a farsi curare in patria da un medico di fiducia, oppure all'estero. Anche in Russia, ha precisato Evghenia. E proprio il ruolo della Russia risulta piuttosto ambiguo.
Come Unione europea e Usa, Mosca considera la condanna inflitta a Tymoshenko “una questione politica”: parola del presidente uscente, Dmitri Medvedev. Insomma, i sostenitori del legame indissolubile tra Yanukovich e la Russia rischiano di rimanere delusi da questo atteggiamento di Mosca, che scredita così il suo presunto pupillo. D'altra parte il Cremlino non potrebbe fare altrimenti. Tymoshenko è stata condannata per alcuni contratti per le forniture di gas siglati proprio con la Russia. In sostanza, nel 2009 la donna, all'epoca primo ministro, senza il parere del suo governo impose alla società statale energetica Naftogaz un accordo con il colosso russo Gazprom per le importazioni di metano. Secondo i giudici che l'hanno condannata, il prezzo concordato, di 450 dollari ogni 1000 metri cubi, ha causato allo Stato ucraino una perdita di circa 130 milioni di euro. Per Mosca, dare ragione ai giudici significherebbe ammettere di aver tramato con Tymoshenko ai danni dell'Ucraina. Ecco dunque la strategia del Cremlino: da una parte bollare la condanna come politica, dall'altra criticare il boicottaggio di Euro 2012. Per Vladimir Putin, prossimo a ritornare presidente della Federazione, “in nessun caso si devono mischiare politica, affari e altri temi con lo sport”. La soluzione per ora sembra essere stata trovata. Tymoshenko resterà in Ucraina, ma verrà visitata da un medico tedesco. Un compromesso che, stando ai silenzi degli ultimi giorni, sembra mettere d'accordo tutti. Almeno per ora. L'Unione europea può vantarsi di aver aiutato Tymoshenko. Yanukovich mantiene la sua sfidante sotto controllo e allenta il boicottaggio sugli Europei. E la leader dell'opposizione, restando in Ucraina, può sperare nella vittoria del suo partito alle prossime elezioni parlamentari di ottobre, e in una sua eventuale liberazione.
Giovanni Vaccaro