07/06/2012
Il cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio (Ansa).
«Diversità di opinione non significa divisione». È netto il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, in un’intervista pubblicata dall’Osservatore Romano a riguardo delle recenti vicende vaticane che hanno visto l'indebita diffusione di documenti riservati del Papa e della Santa Sede.
Ha spiegato il porporato: «Quante volte ho votato in riunioni di cardinali, senza mai stupirmi che un confratello votasse a favore e l’altro contro. Amici eravamo e amici rimanevamo. Alla fine, alla luce dei vari voti, il Santo Padre poteva così decidere liberamente, con tutti gli elementi di giudizio che gli venivano offerti». I cardinali sono complessivamente 209 e quelli preposti ai dicasteri di Curia o comunque residenti a Roma sono 75: «È quindi ben comprensibile che fra personalità diverse per nazionalità, per cultura, per sensibilità sociale, esistano giudizi differenti sui vari metodi di lavoro».
Citando una poesia del grande latinista monsignor Giuseppe Del Ton, nella quale la cupola di San Pietro viene descritta come simbolo della stabilità della Chiesa, il cardinale Sodano ha commentato: «Erano gli anni difficili dell’ultima guerra mondiale e al prelato sembrava che il Cupolone dicesse: “Ho visto altri venti, ho visto altre tempeste”. Questa è la serenità che la storia, maestra di vita, insegna anche a noi».
Perciò, è la sua conclusione, «tutti noi cardinali di Curia cerchiamo di costituire un “cenacolo apostolico” riunito intorno al successore di Pietro, senza meravigliarci delle difficoltà del momento. In ciò siamo ogni giorno incoraggiati dalla grande bontà di Benedetto XVI e dalle sue sapienti direttive, lieti di potergli prestare il nostro servizio».
Il cardinale Leonardo Sandri (Ansa).
Anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le
Chiese Orientali, è intervenuto sulla questione. Parlando a margine
della presentazione del consueto Meeting che si terrà a Rimini nel
prossimo agosto, ha affermato che «la gente crede che ci sia una guerra tra
bande: ma per carità, siamo tutti dietro al Papa, un fronte comune».
I mass media, ha aggiunto, dovrebbero mostrare una «certa misura»
nel seguire la vicenda piuttosto che «continuare a rievocare, a
riprendere, a inventare, a far crescere», anche se, ha ammesso, non
mancano i fatti che «possono dare piede a questo che tutti deprechiamo».
Saverio Gaeta