16/09/2010
La folla ad Edimburgo
L’abbraccio scozzese stringe Benedetto XVI per le strade di Edimburgo e la prima giornata della missione britannica stupisce molti osservatori che la volevano fredda, un po’ostile, sicuramente indifferente. Il Papa lo aveva quasi previsto sull’aereo da Roma, conversando con i giornalisti a bordo quando ha ricordato che anche quando andò in Francia e nella Repubblica ceca tutti notavano come fossero Paesi assai anticlericali. Benedetto XVI avvisa subito di non essere preoccupato e le folle di Edimburgo e di Glasgow gli daranno ragione.
Affronta anche un tema naturalmente delicato, quello degli abusi sessuali. Rivela che per lui è stato uno “shock” che gli ha procurato una “grande tristezza”. Ammette che la Chiesa ha poco vigilato e si è mossa un po’ in ritardo prima di prendere “le misure necessarie”. Conferma che il primo pensiero va sempre alle vittime, e poi ai sacerdoti colpevoli, ma la cosa più importante è la prevenzione. Loda la Chiesa inglese che già nel 2001, quando lo scandalo scoppiò in America, pubblicò un Rapporto e decise misure precise. Queste parole dovrebbero mettere fine alle polemiche londinesi sulla pedofilia nella Chiesa.
L’incontro con la Regina avviene in un “clima familiare”, colloquio davanti al camino, Sua Maestà che accompagna il Papa tra i saloni della residenza della Corona in Scozia, prima del bagno di folla tre le vie di Edimburgo, la Papamobile tra due ali di folla, le cornamuse che suonano, il rullo dei tamburi, le bandiere scozzesi e vaticane. Il Papa ha ricordato le “radici cristiane” nel discorso alla Regina e la fede che rimane “una forza potente” per il Regno britannico, accenna al nazismo che ha sradicato Dio dalla coscienze e agli inglesi che si opposero e ai molti che morirono nella Battaglia d’Inghilterra esattamente 60 anni fa. E fa una sorta di elenco delle cose buone che la Gran Bratagna ha fatto nella storia, dalla lotta alla schiavitù al contributo per la fondazione delle Nazioni Unite osservando che tutto ciò ha un fondamento cristiano e che a nessuno la Gran Bretagna può permettere di oscurare. Lascia Edimburgo in auto e a Glasgow celebra la Messa, davanti ad una grande folla. E chiede ai cattolici di parlare con “voce chiara” e proporre il diritto a vivere “non in una giungla di libertà autodistruttive e arbitrarie”, ma in una società che “lavora per il vero benessere dei suoi cittadini”, denunciando ancora una volta la “dittatura del relativismo”, che cerca di escludere Dio dalla “sfera pubblica”.
Alberto Bobbio