20/05/2013
Il cardinale Angelo Bagnasco. Foto Reuters.
«Siamo nel vortice dell’emergenza che come un’onda irriducibile e crescente ci assedia». Con la consueta prolusione il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, apre in Vaticano con parole gravi la 65° assemblea generale della Cei. E’ la prima analisi ufficiale della Cei dopo le elezioni politiche e il secondo mandato al Quirinale di Giorgio Napolitano. Ma Bagnasco non fa alcun nome, anche se la disamina che propone è irta di preoccupazioni. Il capitolo che dedica alla situazione del Paese è intitolato «la società al bivio».
Bagnasco spiega che «dopo un periodo di non piccoli passaggi istituzionali» la «buona politica» deve «anteporre l’interesse personale o di parte, il bene generale cioè il bene del Paese». Altrimenti «il potere» si «deforma nei suoi volti peggiori».
C’è un riferimento alla decisione di Napolitano in queste parole: «In questi tempi
abbiamo visto, ad alti livelli, gesti e disponibilità esemplari che devono ispirare tutti». E in queste altre c’è una critica al comportamento di tutti gli altri: «Abbiamo visto anche situazioni intricate e personalismi che hanno assorbito energie e tempo degni di ben altro impiego, vista la mole e la complessità dei problemi che assillano famiglie, giovani e anziani». Il cardinale spiega che i «cittadini hanno il diritto» di pretendere che i politici eletti dalle urne «pensino al Paese senza distrazioni, tattiche o strategiche». Chiede a tutti un «serio esame di coscienza» per superare il «clima di ostinata contrapposizione a livello “privato” e “pubblico”, senza populismi inconcludenti e dannosi».
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Foto Reuters.
Nel testo non il presidente della Cei non fa mai, tuttavia, alcun
accenno al Governo di Enrico Letta e alla “strana maggioranza”. Tra i
principali problemi denuncia la mancanza del lavoro, il «disagio sociale
diffuso» e chiede, circa «le pesanti politiche fiscali»: «Fino a quando
potranno raccogliere risorse se tutto rallenta?». Pesantissime le
parole sulla mancanza di politiche per la famiglia: «Essa è un bene
universale e demolirla è un crimine». Tra le preoccupazioni indicate del
cardinale anche il «gioco d’azzardo che divora giovani, anziani e
famiglia» e «la ricorrente violenza sulle donne» che indica un «deserto
di valori spirituali e morali». Bagnasco all’inizio della prolusione
analizza i primi due mesi di pontificato di papa Francesco, ricordando
le parole di Bergoglio sulle eccessiva burocratizzazione della Chiesa e
l’imborghesimento dei cristiani.
Alberto Bobbio