Joaquin Navarro-Valls smentisce che Giovanni Paolo II abbia sottovalutato il problema degli abusi sessuali tra il clero, ignorando le preoccupazioni del cardinale Joseph Ratzinger. In una lunga intervista all’Agenzia Italia, l’ex-portavoce della Santa Sede spiega che l’accusa mossa da alcuni alla memoria del Papa polacco «non tiene conto dei fatti». Il riferimento di Navarro è in particolare al caso Maciel, il Fondatore dei Legionari di Cristo, ridotto al silenzio da Benedetto XVI: «La procedura penale canonica è cominciata nel Pontificato di Giovanni Paolo II. Ed è finita nel primo anno del Pontificato di Benedetto XVI: sono stato io a annunciare pubblicamente la decisione penale presa nei suoi riguardi. Una decisione presa sulla scorta di un'inchiesta accurata e approfondita iniziata, ripeto, nel Pontificato di Wojtyla nonostante nel sito web della sua Congregazione fosse stata pubblicata in precedenza una lettera autografa di Maciel che negava davanti a Dio questi addebiti. Purtroppo non era così». Dunque Navarro smentisce la teoria per la quale il fondatore dei Legionari era intoccabile durante il Pontificato wojtyliano e aggiunge: «Sotto la guida del card. Ratzinger tutta la Congregazione della Dottrina della Fede lavorava del resto con scrupolo e serietà, applicando le nuove norme che il Papa aveva approvato nel 2001 e che hanno consentito una lotta più efficace contro questo problema gravissimo». Navarro ammette che alcune inchieste «sono iniziate in ritardo» e fa rilevare che «lo ammettono anche alcuni cardinali». Alla domanda su come Giovanni Paolo II vivesse le vicende relative a abusi sessuali compiuti da sacerdoti delle quali aveva notizia, Navarro risponde senza esitazioni: «Con grande dolore e partecipazione e sentendo il dovere di farsene carico, portando a Roma la competenza sui casi di abuso affinché non potessero esserci attenuanti né insabbiamenti di nessun tipo. Fu lui che dieci anni fa volle riunire in Vaticano tutti i cardinali degli Stati Uniti, per affrontare nel modo più autorevole questo tema. Nascono da lì le direttive molto chiare che sono oggi in vigore, quella "tolleranza zero" che non contrasta con la verità cristiana del perdono dei peccati».
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