Amato: perché Wojtyla sarà beato

ESCLUSIVO: parla il card. Angelo Amato. Analisi rigorose sul miracolo. Indagati i rapporti con i Legionari di Cristo. Nessuna esumazione della salma. Ora fare in fretta per don Sturzo.

14/01/2011
Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi.
Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi.

Il primo maggio Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, verrà proclamato beato. Benedetto XVI ha firmato il decreto che riconosce il miracolo avvenuto per intercessione del suo predecessore. La causa di beatificazione venne aperta da Ratzinger il 13 maggio 2005 a poco più di un mese della morte di Wojtyla. In questa intervista esclusiva a FamigliaCristiana.it il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, riepiloga la vicenda del processo di beatificazione e parla anche della beatificazione, annunciata contemporaneamente a quella di Wojtyla, di Giuseppe Toniolo sociologo ed economista di fama internazionale, ideatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, alla guida dell’Azione Cattolica nei primissimi anni del Novecento, tra i fondatori della Fuci, la Federazione degli universitari cattolici, e tra gli artefici dell’ingresso dei cattolici nella vita politica e sociale italiana.

Eminenza, la causa di Wojtyla ha avuto un iter speciale?

“Ha avuto due agevolazioni, ma tutto è stato fatto senza alcuna fretta e in modo particolarmente accurato, per togliere ogni dubbio e superare ogni difficoltà”.

Però ha avuto una corsia preferenziale?
“Sì. Noi abbiamo alla congregazione 3 mila cause in attesa. Per Giovanni Paolo II abbiamo stabilito che il suo dossier le superasse tutte”.

Avete accertato proprio tutto?
“Assolutamente, anzi abbiamo fatto di più: lo scrutinio è stato approfondito sia per quanto riguarda le virtù, sia per l’analisi del miracolo. Gli storici hanno esaminato la sua vita e i suoi scritti. Poi i teologi hanno certificato le virtù eroiche”.

Cosa significa?
“Che Wojtyla ha vissuto la fede, la speranza e la carità in modo esemplare, cioè è stato di esempio al mondo. I fedeli in lui vedono la personificazione della fede, della speranza e della carità. Il Papa ha firmato il decreto sulle virtù eroiche il 19 dicembre 2009”.

Poi vi siete occupati del miracolo...
“Sì. E’ una suora francese, Marie Simon-Pierre, infermiera nel reparto di pediatrica dell’ospedale di Arles. Il 2 giugno 2005 ha annunciato alla sua madre superiora che non ce la faceva più a lavorare, perché la forma aggressiva del morbo di Parkinson di cui era affetta le impediva di usare le mani e stava in piedi con sempre più fatica. La madre superiora le disse che avrebbe chiesto la grazia per lei a Giovanni Paolo II. Le suore hanno incominciato a pregare in serata quel 2 giugno. Suor Marie era andata a letto. Alle 4 della notte tra il 2 e il 3 giugno ha sentito qualcosa nelle sue ossa, si è sentita come sciolta. Il giorno dopo è andata dal suo medico curante, il quale ha accertato una guarigione perfetta”.

E’ stato allora che sono cominciati i problemi?
“Sì, alcuni medici in Francia hanno proposto il seguente teorema: il Parkinson è una malattia inguaribile. Dal momento che la suora è guarita non poteva essere affetta da Parkinson. Sono così cominciati per suor Marie una serie di esami psichiatrici per capire se la sua malattia fosse reale o fosse invece una somatizzazione psichiatrica. Sono stati esami pesantissimi, che hanno tuttavia garantito la totalità sanità mentale della suora. Poi ci sono stati moltissimi esami per certificare la guarigione completa dal Parkinson. Tutti i medici, devo confermarlo sono stati prudentissimi”.

Ma le polemiche però non sono finite...

“E’ vero ci hanno accompagnato per molti mesi. Ma noi abbiamo fatto le cose con serietà: sono stati consultati decine di specialisti a livello mondiale. Proprio perché la guarigione è stata fulminea, dopo nemmeno una notte di preghiere”.

Quindi…
“La consulta medica della Congregazione si è riunita sotto la presidenza del professor Patrizio Polisca (medico personale del Papa e direttore dei servizi sanitari della Città del Vaticano, ndr) e ha certificato che la guarigione era inspiegabile”.

Perché non sono i medici a dire che si tratta di miracolo?
“Stabilire che si tratta di miracolo è compito dei teologi e dei vescovi e dei cardinali della Congregazione, i quali devono fugare ogni dubbio e presentare al Papa un dossier certissimo.La proclamazione di un beato fa parte del magistero ordinario e infallibile del Pontefice: dunque noi dobbiamo fare in modo che non vi sia alcuna possibilità di errore”.

Quando è stata presa la decisione finale?
“Martedì 11 gennaio nella riunione dei cardinali e dei vescovi della Congregazione. C’è una stata una magistrale e magnifica relazione di monsignor Rino Fisichella, che ha fugato davvero ogni dubbio. Poi si è votato”.

E il risultato?
“Non posso rivelarlo. E’ sotto segreto pontificio”.

Durante questi mesi si è parlato di problemi e di rallentamenti, per esempio quando è stato pubblicato il libro del postulatore con le testimonianze rese al processo. Ha danneggiato la causa?
“Bisognava essere più prudenti a divulgare notizie che dovevano rimanere riservate per non disturbare l’iter della causa. Quel libro ha disturbato, questo lo posso confermare”.

Nei mesi scorsi si era anche detto che la causa rischiava di subire un rallentamento in relazione allo scandalo sulla pedofilia: Karol Wojtyla avrebbe protetto padre Maciel fondatore dei Legionari di Cristo. Avete indagato anche sui rapporti tra Giovanni Paolo e padre Maciel?
“Le confermo che abbiamo indagato a fondo e ampiamente. Giovanni Paolo II non era a conoscenza della doppia personalità di padre Maciel”.

La sua intima amicizia con Wanda Poltawska, la psichiatra di Cracovia, ha creato problemi?
“Nessuno. Wojtyla aveva una concezione severa, prudente e saggia del suo sacerdozio”.

Ma quando è stato pubblicato l’epistolario tra lui e Wanda ci sono state sorprese?
“No, noi conoscevamo quelle lettere prima che fossero pubblicate e sono state tutte attentamente vagliate: non c’è alcuna ombra sul sacerdozio di Wojtyla”.

Avete sentito la pressione dei media in questi mesi?
“Moltissimo, ma non ci ha disturbato. Anzi ci ha spronato a fare tutte le cose in modo più accurato”.

Verrà fatta una ricognizione sul corpo di Wojtyla prima della beatificazione?
“No. La bara non verrà aperta”.

Insieme a Wojtyla è stata annunciata la beatificazione di Giuseppe Toniolo. Perché?
”Ha portato l’etica nell’economia e nella politica. Il Papa lo ammirava. Oggi c’è bisogno di etica in politica. E Toniolo è un esempio”.

E la causa di beatificazione di don Luigi Sturzo come procede?
“Abbiamo chiesto alla postulazione di accelerare i tempi. Riteniamo che sia una figura profetica, che oggi deve essere portata come esempio nelle nostre democrazie, in Italia e nel mondo. Sturzo era una persona limpida, un prete vero e ha indicato un modo di fare politica e di occuparsi del bene della gente assolutamente straordinario, indicando una linea di democrazia popolare valida per tutti i tempi”.

Alberto Bobbio
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