15/04/2010
Il volto della Sindone in un'elaborazione al computer.
TORINO – I primi a varcare i cancelli che si aprono sui Giardini Reali, avviandosi verso il Duomo, sono stati due coniugi provenienti da Nizza Monferrato, in provincia di Asti: Luciano Saglietta Verri e sua moglie Rosalinda. Avevano prenotato poche ore prima, rigorosamente on line, cliccando sul sito www.sindone.org. C’era un’opportunità, l’hanno colta al volo. Dietro di loro, si sono mossi pellegrini giunti dal Libano come da Foggia, dal Belgio come da Termoli.
Cominciata sabato 10 aprile, l’ostensione della Sindone termina domenica 23 maggio. A Torino sono attesi circa due milioni di persone. Alla vigilia della celebrazione d’apertura, le prenotazioni ricevute dal Comitato organizzatore risultavano complessivamente essere già 1.473.561, di cui il 93 per cento dall’Italia (590 mila dal Piemonte, 286 dalla Lombardia, 80 mila dal Lazio, 73 mila dal Veneto, 63 mila dall’Emilia Romagna, 29 mila dalla Puglia, oltre 16 mila dalla Sicilia). Per quanto riguarda l’estero, quasi 60 mila erano le richieste di visita giunte da Paesi dell’Europa occidentale (22 mila dalla Francia, 12 mila dalla Germania, 9 mila dalla Spagna, più di 7 mila dalla Svezia), 30 mila dall’Europa orientale (10 mila dalla Polonia, 7 mila dalla Russia), 13 mila dal continente americano (9 mila dagli Stati Uniti, oltre mille dal Messico), quasi 2 mila dall’Asia. Ma non mancavano anche e non mancano prenotazioni dall’Africa e Oceania. Un particolare interessante: si segnalano richieste di visita anche da Paesi dove i cristiani sono esigue minoranze, come l’Afghanistan, l’Arabia Saudita, l’Indonesia, la Malesia o come la Cina e Singapore. Domenica 2 maggio arriva papa Benedetto XVI.
Passio Christi, passio hominis, questo è il tema scelto dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone: la passione di Cristo riassume in sé tutte le sofferenze dell’umanità. La Sindone è un lenzuolo di lino che ha avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e colpito da una lancia al costato.
Gli esami scientifici hanno accertato che non è un dipinto né una stampa. L’immagine ha caratteristiche tipiche di un negativo fotografico ed è tridimensionale. Quello sulla Sindone è sangue umano maschile di gruppo Ab. Com’è noto, nel 1988 la datazione attraverso il metodo del radiocarbonio (C14) effettuata nei laboratori di Oxford (Regno Unito), Zurigo (Svizzera) e Tucson (Arizona, Usa), ha portato a dire he la Sindone di Torino risale a un etàcompresa tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo. Sarebbe dunque un falso medievale. Oggi, però, anche la comunità scientifica non nega l’ipotesi di possibili errori negli esami e comunque l’analisi dei pollini e del tessuto garantiscono che il lino risale al primo secolo dopo Cristo e che è stato sicuramente nell’area Mediorientale.
Alberto Chiara