25/09/2010
Una famiglia di indios brasiliani
Fermare gli attacchi armati contro gli indios. Lo chiede al governo del presidente Lula la Conferenza episcopale brasiliana che definisce la situazione, soprattutto nella regione del Mato Grosso “drammatica”. Le due comunità sotto attacco sono quelle degli indios Guaraní nel sud-ovest del Paese, le popolazioni Guaraní-Kaiowá, nel Mato Grosso del Sud. Le comunità Y'poí, nel comune di Paranhos, e Ita'y Ka'aguyrusu, a Douradinha, sono attaccate con armi da fuoco e sono oggetto di una «intimidazione brutale»: sono private della libertà di circolazione, dell'accesso all'acqua, al cibo, ai servizi sanitari e alle scuole.
L’organizzazione del Consiglio indigenista missionario (Cimi), organismo legato alla Chiesa cattolica, ha riferito che entrambe le comunità sono assediate dal mese di agosto da circa ottanta uomini armati, assunti da proprietari terrieri, che alcuni giorni fa sono entrati nei campi dove sono stabiliti i Guarani e hanno fatto esplodere dei fuochi d'artificio incendiando alcune tende. Donne e bambini spaventati che fuggivano dal villaggio attaccato sono stati accolti a colpi d’arma da fuoco, secondo alcuni testimoni appartenenti al Consiglio missionario brasiliano per gli indigeni. I vescovi hanno messo in evidenza la «situazione drammatica» che i Guaraní patiscono nella regione, lanciando un appello “urgente” al Governo perché trovi una soluzione «rapida ed efficace». Una situazione analoga, secondo il Cimi, è in corso a Douradinha, sempre nel Mato Grosso. In questo caso il bersaglio delle violenze e delle intimidazioni è la tribù Itay Kaaguyrusu, anch'essa dell’etnia Guaraní-Kaiowà. Anche nella zona di Paranhos, secondo fonti del Consiglio indigenista missionario brasiliano, gruppi mercenari armati, stanno cercando di terrorizzare gli indios perché si allontanino dalle terre che spettano loro per legge, per poterle occupare illegalmente.
Alberto Bobbio