La biblica città di Betulia, assediata da Oloferne e liberata dall’indomita Giuditta, è al centro del libretto di Metastasio utilizzato da Niccolò Jommelli per un oratorio (1743) per quattro voci, coro e strumenti. Rappresentato al Ravenna Festival, si inserisce nell’impegnativo progetto artistico-culturale promosso da Riccardo Muti inteso a diffondere la conoscenza della Scuola musicale napoletana. Betulia liberata è una delle cantate sacre (formalmente e stilisticamente simili alle opere) composte da Jommelli prima di stabilirsi a Stoccarda, dove nel 1763 incontrò Mozart. Pure il divino Wolfang, 15enne eppena, nel 1771 si accostò al testo di Metastasio, traendone un’azione sacra in due parti, anch’essa presentata a Ravenna. La partitura mozartiana si rifà al modello di cantata tracciato da Hasse, rivelandosi appieno in una mezza dozzina di arie virtuosistiche, senza tuttavia rinunciare a una più personale caratterizzazione dei recitativi accompagnati e dei cori. Spicca il coro finale, nel quale il canto di lode del popolo liberato si alterna al canto di vittoria di Giuditta sul cadavere di Oloferne. Scritto per una voce di mezzosoprano, il personaggio di Giuditta era affidato alla russa Alisa Kolosova, mentre nell’analoga parte di Jommelli figurava Laura Polverelli.
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