Olmi: «Tutte le cose hanno un'anima»

Intervista al regista in occasione della nuova iniziativa di Famiglia Cristiana, la Biblioteca universale cristiana. «Dobbiamo fare del nostro amore un segno visibile a tutti».

20/02/2012
Ermanno Olmi ha da poco compiuto 80 anni.
Ermanno Olmi ha da poco compiuto 80 anni.

Il vento soffia dove vuole e, anche se non sappiamo né da dove venga, né dove vada, è certo che accarezza e illumina tutte le cose, rivelandone la bellezza. C’è sempre un tocco di poesia, e di spiritualità, nelle parole di Ermanno Olmi, un uomo e un regista che ha dedicato la vita a cogliere e rendere visibile la bellezza insita in ogni persona, gesto, attimo... Da L’albero degli zoccoli a La leggenda del santo bevitore, da Centochiodi a Il villaggio di cartone non c’è una scena dei suoi film che non sia delicatamente pervasa da quel vento, senza il quale – sono parole sue – «la vita non sarebbe possibile».

Con gioia, e senza perdere quella sua proverbiale capacità di vedere con gli occhi di un “bambino saggio”, parla della Biblioteca universale cristiana (Buc), la grande iniziativa di Famiglia Cristiana.

Olmi, abbiamo ancora bisogno di spiritualità? O possiamo farne a meno?
«Nel momento in cui l’uomo ha coniato questo termine per tentare di configurare una certa realtà, nel momento in cui è stata pronunciata per la prima volta la parola, è diventato evidente che corrispondeva a una necessità: altrimenti non l’avremmo mai inventata. È una sorta di istinto di sopravvivenza. Credo che la spiritualità faccia parte della completezza della vita che, se ne fosse priva, sarebbe addirittura impossibile. Alla parola dobbiamo però sempre aggiungere un genitivo di specificazione: ad esempio, il desiderio di spiritualità, che è già spiritualità. È lo stesso di quando si desidera essere innamorati, anche se non lo si è ancora: sentiamo che innamorarsi è una necessità dell’esistenza. A volte, il desiderio di spiritualità è il momento più alto, in quanto fa dell’oggetto desiderato lo scopo primo dell’esistenza. Appunto come accade nell’innamoramento...».

La scienza e la tecnica, pronte a saziare ogni bisogno e varcare ogni limite, sembrano averle “rubato il lavoro”...
«Oggi pensiamo che scienze e tecnologie non abbiano nulla a che fare con la spiritualità. È un grosso equivoco: persino il computer ha a che fare con la spiritualità, perché so che è uno straordinario strumento per compiere alcuni percorsi, ma al tempo stesso, osservando lo schermo, dico: “Caro computer, non avresti alcuna spiritualità, se non te la dessi io, ogni volta che schiaccio un tasto”. Quindi, non possiamo dire che scienze e tecnologie sono prive di spiritualità. Certo, non viene da loro stesse, ma dall’uomo, che le rende complici di spiritualità. Il computer è un oggetto senz’anima solo se noi non gliela diamo: tutto ha un’anima, quando agisce in nome della spiritualità».

La collana "Biblioteca universale cristiana" (Buc) di "Famiglia Cristiana".
La collana "Biblioteca universale cristiana" (Buc) di "Famiglia Cristiana".

Sacrosante verità: ma non ha l’impressione che siamo diventati un po’ ciechi di fronte alle manifestazioni dell’anima?
«La spiritualità ha toni sommessi, a volte viene sovrastata dai rumori, dal vociare dei media, tanto da risultarne mortificata. Che cosa dobbiamo misurare in queste situazioni? Il tasso di nostalgia della spiritualità. E come dovremmo reagire? Scoraggiandoci? Riprendendo la metafora dell’innamoramento, se constatiamo che sono rare le storie d’amore che durano una vita, non solo fra due persone, ma fra un uomo e la sua vocazione; se, ad esempio, fossi un astronomo con la passione delle stelle, e cercassi di coinvolgere gli altri in questo mio amore, ma attorno a me riscontrassi solo indifferenza, dovrei rinunciare oppure accettare la sfida di fare del mio amore un segno?».

Una bella alternativa...
«La vita non è mica un giro di giostra...».

Alla crisi che viviamo si cercano soluzioni di tipo esclusivamente economico...
«Siccome la spiritualità, la moralità e la bellezza non sono acquistabili al supermercato, riteniamo ingenuamente che non esistano. Alcuni pensano di poter comprare l’amore e la felicità con la ricchezza: quando si rendono conto che il denaro non basta, allora aprono gli occhi sul valore insostituibile delle cose invisibili».

Per informazioni sulla Biblioteca universale cristiana (Buc): www.famigliacristiana.it/iniziative/buc/

Paolo Perazzolo
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Postato da martinporres il 21/02/2012 07:12

Complimenti aTeresi Giovanni!!

Postato da Teresi Giovanni il 20/02/2012 21:00

In un tempo in cui la crisi sembra investire, oltre la sfera economica, la stessa dimensione antropologica, rinasce il bisogno di spiritualità e del confronto con i temi del “sacro” e del “santo”. Temi che sono variamente declinati dalle diverse confessioni religiose che compongono, ormai, il mosaico culturale della nostra società e che sono comunemente convocate all’impegno in difesa della dignità umana. Decisive e qualificanti possono rivelarsi “Le parole della fede” con le quali Sua Eminenza Il Cardinale Gianfranco Ravasi inizia la Biblioteca Universale Cristiana. Spero che molti leggano la BUC perché c’è il bisogno di interrogarsi e di progettare che è comune agli uomini e alle donne del nostro tempo. Non solo le sperequazioni sociali ed il senso di impotenza spesso indotto dall’opacità e dalle prevaricazioni dei meccanismi di potere, ma anche il materialismo pratico e la mancanza di prospettive ideali nella società contemporanea evocano talora un vuoto di prospettive che postula implicitamente un’alternativa di vita ed un bisogno di risposte capaci di ridar voce alla speranza. L’ascolto del silenzio ( e della «sacralità» del silenzio) può, in non pochi casi, predisporre a meglio intendere i richiami e i drammi della storia. Il silenzio non è che predisposizione ad un valore nuovo, e veramente comunicativo, della parola. La parola che illumina nasce dal silenzio. E’ dalla meditazione e dalle introspezioni avvolte nel silenzio che può trovare slancio e ricavare ispirazione anche una presenza sociale capace di generare trasformazioni e di comunicare calore umano. Come quella dei preti di scuola, i preti delle carceri o i preti degli ospedali e tanti altri religiosi che quotidianamente svolgono il loro lavoro con onestà e sacrificio. E’ il tema dell’impegno solidale per la dignità dell’uomo che comunemente interpella tutti a interrogarsi: “Abbiamo ancora bisogno di spiritualità?” si chiede anche il regista Ermanno Olmi che dopo ne da una esauriente risposta: “È una sorta di istinto di sopravvivenza. Credo che la spiritualità faccia parte della completezza della vita che, se ne fosse priva, sarebbe addirittura impossibile”. Ancora una volta la Rivista Famiglia Cristiana, con le preziose rubriche di persone dedite alla vera cultura, fa conoscere ed apprezzare “Le parole della fede”. Giovanni Teresi

Postato da Andrea Annibale il 20/02/2012 14:42

Sì, la Creazione non può essere stata concepita da Dio senza un’anima. Quest’anima è l’essere umano, poi è il Cristo, poi, come sostengo di seguito, è il significato che l’interpretazione umana dà alle cose perché l’uomo è innanzitutto datore di senso a imitazione del Maestro divino. Mi è piaciuta moltissimo questa intervista e, soprattutto, la straordinaria sensibilità e intelligenza di Olmi. L’uomo vivifica l’Universo perché è tramite dello Spirito di Dio che soffia dove vuole. Alcuni scienziati dicono che l’uomo ha perso la propria centralità nell’universo. Ma cosa sarebbero le cose, la Creazione, la tecnologia senza lo sguardo interpretativo dell’uomo? L’Essere è interpretazione come mi pare di aver capito che sostiene Vattimo. L’uomo dunque, cioè l’interpretante, è al centro e dà senso a tutte le cose. Come potrebbe non porre al centro l’uomo una religione come il cristianesimo che crede che Dio abbia voluto per sé stesso, in qualità di Messia, un destino umano fino alla morte di Croce? Le cose hanno un’anima in quanto sono riconosciute oggetto di un progetto intelligente. Ciao. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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