21/12/2011
Arriva il momento in cui non ce la fai più. Non è necessario che eventi traumatici attraversino il tuo cammino, né devi essere una persona trasgressiva e ribelle, perché accada. Accade semplicmente perché ti rendi conto che tutto quello che hai - lavoro, famiglia, amici, parenti, casa... - hanno perso sapore, come un frutto rimasto troppo a lungo staccato dall'albero. Allora l'insoddisfazione ti diventa compagna fissa, un sottile ma acuto malessere si impossessa dei tuoi pensieri e delle tue azioni. La situazione diventa insostenibile quasi senza tu te ne accorga.
Uscirà all'inizio dell'anno prossimo un romanzo che parla di tutto in questo, in maniera profonda eppure lieve. Con una trovata geniale: il protagonista prende coscienza del punto morto in cui è piombata la sua vita misurando le superfici in cui consuma i suoi giorni. Tra casa propria, quella dei genitori e ufficio, e poco altro, passa quell'arco di tempo che chiamiamo vita. Ma come si può contenere la storia di una persona in così pochi metri quadri? La felicità si può chiudere in uno spazio definito e limitato? O è proprio questa ristrettezza di orizzonti a condannare alla morte i nostri sogni?
Famiglia Cristiana presenta in esclusiva ai suoi lettori il
brano clou
in cui il protagonista di Ricomincio da te, il romanzo di Eloy
Moreno
che uscirà a gennaio per Corbaccio, carta e penna alla mano, misura la
sua "superficie di vita". Un brano, come vedrete, di forte impatto. Sul
libro, per il
momento, non diremo di più, se non che è stato un incredibile caso
editoriale in Spagna grazie a un tenace passaparola via Internet
fra i lettori, che ne hanno colto il valore e la forza prima degli
editori (che poi sono arrivati, come avremo modo di vedrete...).
Intanto godetevi il brano di Ricomincio da te di Eloy Moreno.
«Quella mattina non ci parlammo, non ce ne fu bisogno. Ognuno si dedicò
alle sue cose: lei fece colazione, io feci colazione, vestimmo Carlitos,
io lo portai via e lei rimase lì. Detti un colpo alla porta e capii che
mi lasciavo alle spalle i resti di una relazione che un tempo ci era
appartenuta. Il capo quel giorno non mi disturbò, ma neanche così
riuscii a lavorare. Presi un foglio e calcolai; calcolai la mia vita in
distanze, in luoghi, in superfici... Scrissi.
SUPERFICI DI VITA
Casa:
89 m2
Ascensore: 3 m2
Garage: il nostro è accanto all’ascensore, 8 m2
Azienda: ufficio open space, circa 80 m2
Ristorante: 50 m2
Bar: 30 m2
Casa dei genitori di Rebe: 90 m2
Casa dei miei genitori: 95 m2
Totale:
445 m2
Totale: 445. In 445 metri quadrati trascorrevo il 95 per cento
della vita. Cercai su Internet la superficie totale della Terra. Fu
veloce: 510.065.284,702 km2. A quasi quarant’anni, vivevo, esistevo e mi
muovevo in 445 m2. Valeva la pena continuare?».
Dal romanzo di Eloy
Moreno Ricomincio da te (in uscita da Corbaccio a gennaio).
Paolo Perazzolo