Democrazia, bella e impossibile?

La crisi economica ha messo ancor più alle strette il sistema politico da tutti considerato il più avanzato, ma che mostra nuove pericolose crepe.

Imperfetta e necessaria

16/10/2011
Il Parlamento italiano.
Il Parlamento italiano.

«È stato detto che la democrazia
è la peggior forma di governo,
eccezion fatta per tutte quelle altre forme
che si sono sperimentate finora»

Winston Churchill


Strano destino, quella della democrazia. Chi ce l'ha, se ne lamenta; chi non ce l'ha, è disposto a tutto, anche a mettere a repentaglio la vita, pur di ottenerla (una prova eclatante ci viene offerta dalle varie Primavere che stanno scuotendo il Nord Africa o alcuni Paesi del Medio Oriente). Sembra scritto nella sua essenza che sia necessaria e al tempo stesso fragile, irrinunciabile eppure sempre imperfetta.

La rendono necessaria e irrinunciabile le caratteristiche per le quali i popoli che ne sono privi combattono, scendono in piazza, rischiano la vita e la repressione: la libertà individuale, il diritto concesso a ogni essere umano in quanto tale a cercare con ogni mezzo la fecilità (evocato esplicitamente nella Costituzione degli Stati Uniti). Non c'è democrazia senza libertà della persona. A renderla invece fragile e imperfetta sono i suoi limiti intrinseci, spesso dovuti alla mancata o parziale attuazione dei suoi principi: eccessive disuguaglianze, concentrazioni di potere e ricchezza, la non osservanza o applicazione delle leggi, l'impossibilità di ottenere giustizia, lo scollamento fra gli eletti e il popolo, ovvero il problema, centrale, della rappresentatività, alla quale spesso si contrappone la proposta dell'esercizio diretto della democrazia, attraverso la forma del voto o di altre consultazioni, quali il referendum, l'elezione diretta del capo del Governo o dello Stato.

Accentuando il disagio e il malessere sociale, la crisi economica ha reso ancora più vivo, e per certi versi drammatico, il dibattito sulla democrazia, come una ferita che scopre i nervi di un corpo stremato. Di tale dibattito vogliamo dare, seppure parzialmente, conto, esaminando nelle pagine successive due saggi meritevoli di particolare attenzione: Democrazia di Gherardo Colombo (Bollati Boringhieri) e Il disagio della democrazia di Giorgio Galli (Einaudi). 

Paolo Perazzolo
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Postato da nicolag il 16/10/2011 21:43

Il sistema democratico è irrinunciabile e dovrebbe essere attentamente monitorato e perfezionato.La trasparenza nella gestione del denaro pubblico e accessibilità ai relativi dati, nonché a quelli personali significativi degli stessi gestori è indispensabile,senza alcuna preclusione. I mezzi informatici lo consentono. Gherardo Colombo ha trattato l'argomento della libertà dell'uomo sotto diversi aspetti,evidenziando come solo la conoscenza può rendere liberi. Ciò è valido sia in campo civile che religioso. In merito è degno di segnalazione l'altro libro di Gherardo Colombo: Il peso della libertà – Riflessione su Il grande inquisitore di F.Dostoevskij. A tal proposito,considerato che anche le Istituzioni religiose sono rette da uomini,che possono essere ispirati da Dio o dal suo contrario,sarebbe auspicabile che anche in seno alle stesse venga adottato in maniera sistematica e senza ulteriori indugi il metodo democratico per tutti gli aspetti di gestione, siano essi di carattere materiale o spirituale (inclusa ovviamente la durata temporanea prefissata degli incarichi).

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