16/03/2012
"Miss Priestley" di John Singer Sargent (1889 circa), uno dei ritratti femminili in mostra a Palazzo Strozzi.
La primavera arriva e l'arte ci chiama. Ecco allora quattro proposte di mostre da vedere nel weekend. Partiamo da Firenze, dove, a Palazzo Strozzi, sono sbarcati gli americani. Tutta colpa di Amerigo Vespucci: la rassegna celebra infatti i legami fra Vecchio e Nuovo Continente, illustrando la cerchia cosmopolita che unì per sempre la città al nuovo mondo e trasmise in America cultura e raffinatezze europee.
Vengono esposte le opere di pittori americani che accolsero il linguaggio impressionista e soggiornarono in Italia: William Morris Hunt, John La Farge, Tomas Eakins, quindi i precursori John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott, McNeill Whistler... La loro vita a Firenze si intrecciò con quella di intellettuali, collezionisti, scrittori, critici d'arte con i quali, a volte, avevano già avuto contatti in patria. Da non perdere i i ritratti femminili, in cui la donna diventa simbolo della moderna nazione americana.
"Il Battesimo di Cristo" di Tiziano è a Siena.
Ci spostiamo a Siena, dove è stato accolto come uno scrigno uno dei grandi capolavori dell'arte italiana, Il Battesimo di Cristo di Tiziano. L'iniziativa rientra nel progetto "Dialoghi" che offre al visitatore un itinerario fra arte e fede. L'eccezionale prestito, che si allontana per la prima volta dalla sua tradizionale sede, la Pinacoteca capitolina, diventa l'occasione per un dialogo fra il capolavoro di Tiziano, a cinquecento anni dalla sua realizzazione, e le opere permanenti del complesso monumentale del Duomo di Siena, fulcro del complesso della Metropolitana di Siena, una delle più antiche istituzioni europee.
Concludiamo il nostro piccolo itinerario artistico a Roma, al Maxxi.
Qui trionfa la Preghiera muta di Doris Salcedo, artista
di grande forza espressiva, scultrice della memoria e della vita, del
disagio e della dignità. Preghiera nuda è un'installazione
costituita da oltre cento coppie di tavoli sovrapposti, dai quali
nascono esili fili d'erba. La ripetezione del modulo evoca un luogo di
sepoltura collettivo ed è metafora di vite condotte ai margini della
società. Doris Salcedo ha trovato ispirazione rivolgendo lo sguardo alle
vittime delle stragi perpetrate dall'esercito in Colombia, suo Paese
natale, ma anche alle morti violente nei sobborghi di Los Angeles, dove
ha vissuto per qualche tempo. La sua opera è una preghiera dedicata a
chi, vittima di violenza e disagio, non ha voce per difendersi; ma anche
un omaggio alla vita, rappresentata da quei fili d'erba che, nonostante
tutto, continuano a nascere.
"Preghiera muta" di Doris Salcedo al Maxxi di Roma.
DOVE&QUANDO
"Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del nuovo mondo",
Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 15 luglio. Info: www.palazzostrozzi.org
"Siena accoglie Tiziano, il Battesimo di Cristo", Siena, Cripta sotto il
Duomo, fino al 31 agosto. Info: www.operaduomo.siena.it
"La Preghiera muta di Doris Salcedo", Roma, Maxxi, fino al 24 giugno.
Info: www.fondazionemaxxi.it
Paolo Perazzolo