Vivere e morire di lavoro

Tre spettacoli teatrali raccontano il mondo delle fabbriche e le trasformazioni in corso e denunciano alcuni casi di sfruttamento che hanno messo a rischio la salute degli operai.

La classe operaia andrà in paradiso?

30/01/2012
Una scena di "Settimo. La fabbrica e il lavoro".
Una scena di "Settimo. La fabbrica e il lavoro".

La vita quotidiana in fabbrica è protagonista di Settimo, dedicato alla trasformazione del Polo industriale Pirelli di Settimo Torinese in un nuovo stabilimento avveniristico. Da qui la necessità dell’azienda di ripercorrerne la storia intervistando operai, ingegneri, tecnici, sindacalisti, con la collaborazione della professoressa Roberta Garruccio, ricercatrice del dipartimento di Scienze della storia e della documentazione storica dell’Università di Milano. La regista Serena Sinigaglia ha studiato le oltre duemila pagine della ricerca per evidenziare alcuni  temi ricorrenti: il sindacato, gli stranieri, le donne, gli operai anziani e i giovani.

Racconta la Sinigaglia: «Trasformare in uno spettacolo teatrale una serie di monologhi è stato un compito tanto difficile, quanto entusiasmante, una sfida: rispettando le parole degli intervistati ho attribuito teatralità al testo creando un conflitto tra giovani e vecchi, presente e passato, il tutto inserito in una tragica incognita di futuro, così che la storia acquistasse un significato universale».  La Sinigaglia escogita una particolare trovata: immagina che un ventenne entri nella fabbrica, guidato da una storica impiegata, che gli mostra i vari reparti della fabbrica: «È una sorta di viaggio dantesco dove l’impiegata è Virgilio e il ragazzo Dante: in ogni reparto di produzione incontra un coro di operai che gli parlano della loro esperienza, poi si staccano alcune voci singole che raccontano la propria storia; emerge così che la fabbrica si sta trasformando senza dare spazio alle nuove leve per esprimersi e per crescere, infatti i lavoratori più giovani hanno almeno 30 anni». Ma ora il polo di Settimo sta vivendo grandi speranze e aspettative per la nuova struttura, progettata da Renzo Piano «con migliorie per gli operai, con maggiori controlli di sicurezza, con un tetto fotovoltaico, reparti all’avanguardia, insomma un grande reinvestimento industriale. Inoltre dei 1.800 operai 1.500 hanno conservato il posto e per i 300 esuberi sono stati pensati diversi incentivi».

Dallo spettacolo emerge quindi una realtà positiva poiché «la situazione oggi è talmente grave che tutti si sentono minacciati dal fallimento del sistema tradizionale, mentre il trasferimento in una nuova fabbrica è considerato come passare dall’inferno al paradiso, per proseguire la metafora dantesca, con una maggior  speranza di  lavoro».

DOVE & QUANDO
 SETTIMO. LA FABBRICA E IL LAVORO, drammaturgia e regia di Serena Sinigaglia. Assistenti alla drammaturgia Giorgio Finamore, Omar Nedjari. Con Ivan Alovisio, Giorgio Bongiovanni, Faustino Caroli, Andrea Collavino, Aram Kian, Franco Sangermano, Beatrice Schiros, Francesco Villano, Maurizio Zacchigna. Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in collaborazione con Fondazione Pirelli. Al Piccolo Teatro Studio Expo dal 7 al 19 febbraio 2012. Info: tel. 848/80.03.04, www.piccoloteatro.org

Albarosa Camaldo
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